mercoledì 19 marzo 2008

George Mitchell parla alla CBS dell'esperienza della Clinton

Continua a far discutere la nota rilasciata da Greg Craig, ex consigliere alla sicurezza nazionale di Clinton e oggi nello staff di Obama, a proposito dell'esperienza di Hillary in politica estera. Craig ha chiamato in causa, tra gli altri, George Mitchell

George J. Mitchell, senatore Democratico e leader della maggioranza al Senato dal 1989 al 1995, vicepresidente del Senato dal 1987 al 1989, procuratore del Maine dal 1977 al 1979, autore del Rapporto Mitchell su conflitto arabo-israeliano, è stato intervistato dalla giornalista della CBS Katie Couric al riguardo.

D. Ci sono state molte discussioni a proposito delle credenziali di Hillary Clinton in politica estera. Hillary ha sostenuto di essere stata parte attiva del cosiddetto Good Friday Agreement, l'accordo di pace nell'Irlanda del Nord condotto proprio da lei, Mitchell. Può descrivere il ruolo della Clinton?

Mitchell: ha dato un grande supporto, conosceva tutte le persone coinvolte. Ha accompagnato il Presidente Clinton in ogni visita nell'Irlanda del Nord, e ha fatto molte visite anche da sola. Ha incoraggiato le donne dell'Irlanda del Nord a partecipare al processo politico. E come ho detto molte volte, il ruolo delle donne nel processo di pace nordirlandese è stato decisivo, per questo dico che la Clinton ha dato un grande supporto.

D. Allora quando Hillary dice di aver partecipato all'accordo, non pensa stia esagerando un po?

Mitchell: Beh, non conosco le sue esatte parole. Ho ricevuto molte telefonate da parte dei giornalisti che mi chiedevano un parere su quello che aveva detto, ma per come mi sono state riferite, mi sembrano frasi generalmente corrette.

D. Florida e Michigan. Bisogna rivotare, e questi delegati eletti devono contare?

Mitchell: Penso sia importante che gli elettori democratici della Florida e del Michigan siano resi partecipi. Sono stati cruciali. La Florida, specialmente, è stata decisiva nelle ultime elezioni, e comunque ha sempre giocato un ruolo importante.
Ma al tempo stesso ci sono delle regole, che questi stati hanno violato. Ma non è una novità. Io ho partecipato ad ogni convention democratica per molti anni, e in moltissime occasioni ci sono state discussioni su quali delegati dovessero o non dovessero partecipare. Penso che occorra impegnarsi perchè la gente di Florida e Michigan possa partecipare.

D. Supporterebbe un nuovo voto in questi due stati?

Mitchell: Beh, tocca ai due stati e al DNC decidere. Ma penso sarebbe un errore non escogitare un modo per far partecipare i due stati in modo fattivo alla nomination. Non vedo ragioni plausibili perchè le parti in causa non debbano trovare una soluzione.

D. In molti la vedono come la persona perfetta per fare da mediatore in questa situazione. Accetterebbe?

Mitchell. Non penso sarà necessario un mio coinvolgimento. Ci stanno già lavorando molte persone in gamba. Ovviamente farò tutto il possibile per aiutare il partito e il candidato alle presidenziali, e supporterò con ttuto me stesso chiunque venga nominato in qualunque circostanza. So che Howard Dean si sta impegnando per risolvere la situazione.

D. Voterebbe contro un candidato che ha il maggior numero di delegati elettivi e ha vinto nel voto popolare?

Mitchell. Ha vinto il voto popolare dove? Nel mio distretto elettorale? Nel mio stato?

D. Intendo in tutto il paese.

Mitchell. Questo è un criterio. Ma ce ne sono altri: la persona che ha vinto nel tuo stato. Infatti molte delle lettere che ricevo e che mi chiedono di votare per l'uno o per l'altra si absano sul fatto di sostenere chi ha vinto nel mio stato. In definitiva bisogna decidere in coscienza chi si pensa possa essere il miglior presidente.

D. Quali sono i suoi principi guida da superdelegato?

Mitchell. Ci sono diversi principi: quale candidato ha vinto nel mio stato? Quale candidato ha vinto nel mio distretto elettorale? Quale candidato ha ottenuto più voti in assoluto? Quale candidato sarebbe il miglior presidente? Quale candidato rappresenterebbe meglio il partito? Bisogna tenere conto di tutte queste cose e decidere.

D. Si sente appartenente al Maine o a New York?

Mitchell. E' una domanda interessante. Quando il senatore Obama ha vinto nel Maine ho ricevuto molte lettere che mi dicevano che a quel punto ero obbligato a votare per lui. Poi il DNC mi ha informato che poichè vivo a New York, sono un superdelegato dello stato di NY. Quindi adesso ricevo molte lettere che, basandosi sull'assunto precedente, dicono che sono obbligato a votare per la Clinton. Ma, come ho detto, bisogna anche vedere cosa è successo nel tuo stato o nel tuo distretto.

D. Ma lei è un superdelegato di new York.

Mitchell. Così mi hanno detto, anche se ho ricevuto una telefonata dal Partito Democratico del Maine in cui mi dicono di volermi come superdelegato del Maine. Ma non so se è possibile visto che vivo a New York e i miei figli vanno a scuola qui.

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