Greg Craig, famoso avvocato di Washington, già collaboratore di Ted Kennedy, consigliere del segretario di Stato Madeleine Albright dal 1997, assistente speciale del Presidente Clinton dal 1998 e difensore di quest'ultimo durante la causa di impeachment è oggi consigliere per la politica estera di Barack Obama.
Ha pubblicato una nota intitolata "Le dichiarazioni della senatrice Clinton sulla sua esperienza in politica estera: solo parole?"
Eccone gli estratti più significativi:
"Quando la tua campagna elettorale si basa sulla esperienza, è importante che tu abbia delle prove a sostegno. L'argomentazione della Clinton sul fatto di aver 'superato il test da comandante in capo', semplicemente non è supportato dai fatti.
Non c'è dubbio che Hillary Clinton abbia giocato un ruolo importante in politica interna da First Lady. Non c'è però nessun motivo per credere che sia stata altrettanto importante in politica estera. Non ha partecipato alle riunioni del Consiglio di Sicurezza. Non ha ricoperto ruoli, non conosce la burocrazia delle agenzie per la sicurezza e non ha uno staff per la sicurezza nazionale. Non ha mai affrontato crisi e non ha partecipato a negoziati rilevanti. E sicuramente la senatrice Clinton non si è mai trovata a dover prendere decisioni su argomenti di sicurezza nazionale - nè alle 3 del mattino nè in qualsiasi altra ora del giorno.
La Senatrice Clinton ha citato alcuni scenari internazionali in cui dice di aver giocato un ruolochiave. Ma un'analisi obiettiva di queste dichiarazioni evidenzia che queste parole sono quantomeno esagerate.
- Irlanda del Nord
La Clinton ha detto "Ho aiutato a portare la pace in Irlanda del Nord", E' una madornale esagerazione. E' stata in Irlanda del Nord, è vero. Le First Lady vanno sempre nei luoghi cruciali per la politica estera degli USA. Ma in nessun caso ha partecipato ai negoziati cruciali per la pace. Riguardo al fatto che avrebbe spinto le donne irlandesi a fare fronte comune, lei partecipò ad un incontro con le donne del luogo, ma come ha detto l'ex Senatore George Mitchell "fu una delle tante persone che incoraggiarono il coinvolgimento delle donne, non certo l'unica".
La Clinton ha anche detto di aver partecipato ad un importante meeting a Belfast: in realtà lei è stata a Belfast solo per accendere le luci dell'albero di Natale, e partecipò ad un incontro di 50 minuti.
- Bosnia
La Senatrice Clinton ha parlato di un viaggio in Bosnia nel marzo 1996 come prova del suo coinvolgimento in zone rischiose. Ha detto di aver evitato i cecchini. Il New York Times del 26 marzo 1996 riporta che "Hillary Rodham Clinton ha affascinato le truppe americane durante uno show ad esse dedicato, con la partecipazione della cantante Sheryl Crow e del comico Sinbad"
- Kossovo
La Senatrice Clinton ha detto "Ho negoziato l'apertura delle frontiere per mettere in salvo i rifugiati". E' vero che, da First Lady, è stata in Macedonia e ha visitato un campo profughi, ed ha anche incontrato i rappresentanti del governo locale, come fanno spesso le First Lady. Ma non è vero che ha partecipato a negoziati. Il suo viaggio in Macedonia ebbe luogo il 14 maggio 1999, le frontiere vennero aperte il 13 maggio, il giorno prima.
I negoziati vennero condotti dalle persone che solitamente si occupano di queste cose - i diplomatici. L'inviato dell'amministrazione Clinton nei Balcani, l'Ambasciatore Robert Gelbard, ha detto "Non ricordo nessun coinvolgimento di Hillary Clinton".
- Rwanda
L'anno scorso l'ex Presidente Clinton ha raccontato che sua moglie lo spinse ad inviare truppe per fermare il genocidio in Rwanda. La Senatrice Clinton ha confermato. Tuttavia non ci sono prove che questo sia avvenuto, nessuno ricorda un intervento della Clinton in merito, e basandosi sulle delibere della Sicurezza Nazionale, non ci sono prove che l'intervento americano sia mai stato discusso. Prima di questa campagna elettorale, non è mai stato citato questo episodio, che non è presente nè nell'autobiografia della Senatrice nè in quella del marito.
Hillary Clinton visitò il Rwanda nel 1998, e in quell'occasione suo marito si scusò per il fallimento dell'America nel prevenire il genocidio.
- Cina
La Senatrice Clinton fa spesso riferimento a un discorso tenuto a Pechino nel 1995 come prova della sua abilità nel rispondere alle situazioni di crisi. E' strano che basi la propria esperienza su un discorso di oltre 10 anni fa, proprio lei che sminuisce gli interventi di Barack Obama contro la guerra in iraq risalenti ad appena 6 anni fa.
Non ci sono dubbi, quello di Pechino fu un grande discorso e lei sostenne i diritti delle donne. Ma l'opposizione del Senatore Obama alla guerra in Iraq nel 2002 è rilevante per dire che lui, da comandante in capo, sarà in grado di prendere decisioni sagge sull'uso della forza. Lo stesso non si può dire del discorso della Clinton a Pechino.
Il discorso di Obama del 2002 mostra indipendenza e coraggio, oltre che capacità di giudizio. In quel discorso disse cose profetiche e se i suoi consigli fossero stati seguiti, avremmo evitato una delle politiche estere più disastrose della nostra storia.
Conclusioni
Le argomentazioni della Clinton sono solo mere asserzioni drammatizzate da uno spot ansiogeno con un telefono che suona nel cuore della notte.
Sul più critico argomento di politica estera di questa generazione - la guerra in Iraq - la Senatrice Clinton votò in favore della risoluzione intitolata "Risoluzione comune per autorizzare l'uso della forza militare US contro l'Iraq". In quell'occasione dichiarò "E' probabilmente la decisione più difficile che abbia mai preso, ma appoggio con decisione questa risoluzione".
L'Amministrazione Bush continua a citare l'appoggio ottenuto da quella risoluzione come autorizzazione per andare avanti indefinitamente.
Le cose sono semplici: sul più importante test da comandante in capo di questa generazione, Barack Obama ha fatto la cosa giusta, Hillary Clinton quella sbagliata. In verità, Barack Obama ha molta più esperienza in politica estera di quanta ne avessero Ronald Reagan e Bill Clinton al momento della loro elezione.
E Barack Obama non usa false accuse e dichiarazioni esagerate per giocare con la sicurezza nazionale"
Greg Craig
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