giovedì 10 aprile 2008

Movimenti di superdelegati

La questione dei superdelegati continua ad agitare i Democratici. Dopo le frasi di Nancy Pelosi riguardo il fatto che i "pezzi grossi" non dovrebbero contraddire i risultati del voto popolare, il presidente del partito Howard Dean è intervenuto per ricordare che i superdelegati sono liberi di decidere per chi votare, ma intervenendo in tv ha ha detto che gli indecisi dovranno dichiarare il loro voto entro il 1 luglio. Lo scopo di Dean è quello di evitare una convention aperta alle contestazioni e ai ricorsi: avendo tutti i voti sul piatto alla fine di giugno, sarà (forse) possibile evitare che i voti di Florida e Michigan risultino decisivi e siano oggetto di ricorsi, e in questo modo i Democratici avranno due mesi per ricompattarsi in vista della convention.
Dean ha anche rimproverato la Clinton e Obama, ricordando loro il dovere di non dividere il partito "Qualcuno porà perdere la nomination pur avendo ottenuto il 49,8% di voti. Quella persona deve spingere i propri sostenitori a sostenere il nominato".

Il Los Angeles Times dedica invece un lungo articolo ai dubbi che agitano i superdelegati ancora indecisi. In particolare l'articolo si concentra non sui grossi nomi, ma sui parlamentari che a novembre si giocheranno la riconferma nelle elezioni legislative che si tengono contemporaneamente alle presidenziali. Questi Rappresentanti dovranno optare non tanto, e non solo, per il candidato con più chance di diventare Presidente, ma per quello maggiormente in grado di vincere nel loro stato.
Il LA Times cita il caso di Jason Altmire, Rappresentante della Pennsylvania al primo mandato. I suoi elettori molto probabilmente voteranno per la Clinton, ma una eventuale nomination della Clinton mobiliterà i conservatori della Pennsylvania, che la odiano, e questo metterà a repentaglio la rielezione di Altmire.
Lo stesso vale per Heath Shuler, anche lui al primo mandato in un distretto in cui Bush nel 2004 ha vinto con 14 punti di distacco. Anche lui ha paura che con una nomination della Clinton i conservatori trionferanno nel suo distretto.
D'altronde Obama è stato eletto dal National Journal come il senatore più liberale, e perciò anche lui rischia di coalizzare i conservatori.

Intanto il trend positivo di superdelegati in favore di Obama non accenna a fermarsi. Dagli ultimi conteggi della CNN Obama avrebbe raggiunto quota 215, mentre la Clinton è a 243. Tra i membri della Camera si è vicini ad un pareggio, con 80 Rappresentanti per la Clinton e 75 per Obama, mentre continua il pressing sugli indecisi. Lo stesso Altmire ha raccontato che Obama lo sta chiamando da un anno, mentre la Clinton lo ha chiamato tre volte nelle ultime settimane, e Bill Clinton altre due volte.
Cattive notizie per la Clinton arrivano anche dai suoi sostenitori. Il Governatore del New Jersey Jon Corzine, uno dei primi sostenitori della senatrice, ha detto alla CNBC che si riserva il diritto di cambiare il proprio voto se la Clinton non avrà ottenuto la maggioranza nel voto popolare, e la stessa posizione è stata espressa da altri superdelegati.

Tra gli indecisi più illustri, è arrivata a sorpresa una dichiarazione dell'ex Presidente Jimmy Carter (nella foto), che finora non si era mai espresso ma era dato tra i filo-Clinton. In visita in Nigeria, Carter ha detto

"Non dimentichiamoci che Obama ha vinto nel mio stato, la Georgia. La mia
cittadina, 625 anime, è per Obama. I miei figli e le loro mogli sono per Obama.
Anche i miei nipoti sono per Obama. In quanto superdelegato non dirò ancora per chi
intendo votare, ma vi lascio indovinare"

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