La maggioranza degli elettori democratici dice che sarebbe ingiusto se Hillary Rodham Clinton ottenesse la nomination attraverso il supporto dei superdelegati senza aver conquistato la maggioranza nel voto popolare.
Il 55% dei Democratici e degli indipendenti orientati a votare per i Partito Democratico ritiene che una nomination della Clinton senza la maggioranza dei delegati elettivi sarebbe "ingiusta" e "inappropriata" - tra questi il 77% supporta Obama e il 28% la Clinton. Il 37% ritiene invece che una simile nomination sarebbe corretta.
E' particolarmente a rischio il supporto degli indipendenti. I due terzi di questi elettori si mostrano critici verso una nomination decisa dai super-delegati, e un terzo dice che di conseguenza voterebbe McCain o si asterrebbe.
"Il punto è questo: non importa come è partita questa campagna, è importante come finirà" ha commentato Donna Brazile, manager della campagna di Al Gore nel 2000.
I sondaggi non portano però solo buone notizie per Obama. Sia lo stesso poll di USA Today/Gallup che un sondaggio della CNN, rilevano una flessione del senatore dell'Illinois.
Tra i Democratici, Obama viene visto come il miglior candidato dal 52% contro il 45% della Clinton, inoltre il 45% sarebbe entusiasta di una vittoria di Obama, contro il 38% per la Clinton. Il 50% si dice contrario alla presenza di super delegati nel sistema elettorale dei Dems, ma il 49% ritiene che, poichè esistono, devono decidere di testa loro, contro il 46% che ritiene debbano semplicemente ratificare il voto popolare.
Il recupero della Clinton è particolarmente sensibile nelle preferenze presidenziali. Mentre finora Obama è sempre stato il candidato più avvantaggiato, il sondaggio di USA Today dà la Clinton al 51% contro il 46% di McCain. In una sfida McCain-Obama, il Democratico sarebbe al 49% contro il 47% del Repubblicano
2 commenti:
in definitiva, però, i Democratici cercano il candidato migliore per contrastare McCain, non il democratico migliore. Da questo punto di vista potrebbero avere ragione gli esperti di politica che danno qualche possibilità in più alla Clinton.
Può darsi, ma a prescindere da questo, si evidenzia finalmente la grossa contraddizione del sistema elettorale dei Democratici: a che serve fare primarie in 52 stati, oltretutto con un rigido sistema proporzionale, quando tutto poi può venire deciso da un pugno di dirigenti di partito?
Da questo punto di vista il sistema repubblicano è migliore, anche se non esente da pecche (il winner-take-all fa sì che gli elettori dei grandi stati abbiano un peso diverso dagli altri).
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