Il Senatore Repubblicano del Nebraska, uno dei maggiori critici dell'amministrazione Bush, nel corso di questa campagna ha ripetutamente tessuto le lodi di Barack Obama non risparmiando pesanti accuse a John McCain. In una dei suoi ultimi discorsi, Hagel ha spiegato di apprezzare molto il programma di Obama in politica estera. Non così per quello di McCain, che ha invitato ad elevare il livello della sua campagna elettorale e ad essere più onesto.
"Il passato ci ha insegnato che i candidati presidenziali in campagna elettorale dicono molte cose, ma quando hanno la responsabilità di governare il nostro paese e guidare il mondo, la differenza tra ciò che hanno detto e le responsabilità che hanno è enorme. Sono molto irritato con John per le cose che sta dicendo. Non posso psicoanalizzarlo, ma credo sia più intelligente delle cose che dice. John legge molto, è stato in giro per il mondo, spero che quando affronterà la campagna presidenziale si eleverà a un livello più alto di discussione". ha detto Hagel, riferendosi in particolare alle critiche rivolte da McCain a Obama per l'intenzione di dialogare con l'Iran.
Hagel ha incoraggiato Obama a perseguire il dialogo con l'Iran se verrà eletto, ricordando che dialogare non equivale ad arrendersi.
E a proposito della possibilità che Bush intraprenda un'azione militare contro l'Iran prima della fine del suo mandato, Hagel è molto chiaro "Un attacco senza il consenso del Congresso, porterebbe a delle conseguenze anche da parte dei Repubblicani, e sto parlando di impeachment. In un caso del genere non puoi limitarti ad essere in disaccordo:- hai lo strumento dell'impeachment e devi usarlo".
Hagel ha anche invitato i media a concentrarsi sulle questioni importanti "e non sul fatto che indossi o meno la spilla con la bandiera americana".
A proposito della possibilità di entrare a far parte di una eventuale amministrazione Obama (c'è chi dice che Hagel sia nella lista di possibili vicepresidenti, o dei possibili Segretari alla Difesa), Hagel si è limitato ad invitare Obama ad essere aperto ai contributi bipartisan, escludendo però che entrambi i candidati abbiano già in mente i nomi del futuro gabinetto.
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