lunedì 26 maggio 2008

La risposta di Joe Biden a Lieberman

Questa la risposta a Lieberman di Joe Biden, candidato alle primarie di quest'anno e in seguito sostenitore di Obama. Presidente della Commissione esteri del Senato, è uno dei maggiori candidati alla carica di Segretario di Stato in caso di vittoria di Obama.

I Repubblicani e i nostri nemici
di Joseph Biden Jr.

Joe Lieberman ha scritto su questo giornale che il Partito Democratico in cui lui ed io siamo cresciuti si è allontanato dalla politica estera di Roosevelt, Truman e John Kennedy.
In realtà, è la politica estera di George W. Bush, che John McCain proseguirebbe, ad essersi allontanata dalla tradizione di grandi presidenti Repubblicani come Ronald Reagan o George H. Bush.
Il Senatore Lieberman ha ragione nell'identificare l'11 settembre come un punto di svolta, La storia giudicherà l'operato del Presidente Bush per gli errori fatti e le opportunità sprecate. Il Presidente ha avuto un'opportunità storica per unire l'America e il mondo per una causa comune. Invece - sfruttando la politica della paura e istigando una inutile guerra in Iraq prima di finire la necessaria guerra in Afghanistan, e promulgando torture, detenzioni e sorveglianze che contraddicono i nostri valori - Bush ha diviso gli americani tra loro e dal resto del mondo.

Al centro di questo fallimento c'è un'ossessione per la "guerra al terrorismo" che ignora fattori quali le emergenze in Cina, India, Russia ed Europa, la mancanza di energia e cibo, la povertà, le pulizie etniche, il riscaldamento globale. Invece Bush ha trasformato un ristretto numero di gruppi radicali in terribili mostri che dettano ogni nostra mossa. Al Qaeda deve essere distrutta, ma mettere sullo stesso piano il terrorismo con il comunismo o il fascismo è indice di profonda confusione.
Il terrorismo è un mezzo, non un fine, e molti gruppi e paesi lo usano per scopi diversi. Bush e McCain mettono insieme, come una minaccia comune, gruppi e stati più agli antipodi tra loro che con noi. Sunniti e Sciiti, Iraniani e Arabi, Iraq e Iran, Al Qaeda e miliziani sciiti.
Se non riescono ad identificare il nemico, è difficile che possano batterlo. E i risultati parlano per loro: Al Qaeda in Afghanistan e Pakistan - la nazione che effettivamente ci ha attaccato l'11 settembre - è più forte ora che prima del 2001. Il reclutamento tra le milizie è agli apici. Hamas controlla Gaza e lancia missili contro Israele. 140.000 soldati americani rimangono bloccati in Iraq senza una fine prevista.

A causa di queste politiche di Bush, che McCain proseguirebbe, il Medio Oriente è più pericoloso. Gli USA e i nostri alleati, compresa Israele, sono meno sicuri.
Le elezioni di novembre sono un'opportunità vitale per ripartire. E ci vorrà più di un soldato coraggioso, ci vorrà un leader saggio.
La controversia su come affrontare l'Iran è particolarmente istruttiva.
La scorsa settimana John McCain è stato molto chiaro riguardo la possibilità di trattare con l'Iran: per lui Barack Obama è "ingenuo e inesperto" e "Di che cosa vuole parlare con Ahmadinejad?" ha chiesto.
Beh, tanto per cominciare del programma nucleare iraniano, del supporto alle milizie sciite in Iraq, ad Hezbollah in Libano e ad Hamas a Gaza.
A parte le polemiche, in che modo McCain affronterebbe queste minacce? O tratti, o mantieni lo status quo, o vai in guerra. Se McCain ha escluso le trattative ci rimane una politica che ci ha messi in crisi o un'opzione militare che può facilmente andare fuori controllo.

Obama ha ragione quando dice di voler trattare con l'Iran senza precondizioni, ovvero senza voler prima congelare il piano nucleare. Ha anche detto che non sarebbe personalmente coinvolto, a meno che questo non contribuisse ai nostri interessi.
Il Presidente Nixon non chiese che la Cina smettesse di sostenere i Vietnamiti prima di incontrare Mao. Il Presidente Reagan non pretese che i sovietici congelassero il loro piano nucleare prima di incontrare Gorbaciov. Neanche George W. Bush ha chiesto alla Libia di fermare la proliferazione nucleare - che fornisce plutonio alla Corea del Nord.
E' ugualmente dissennata la fissazione di Bush e McCain per un cambiamento di regime. Quel regime è ripugnante, ma non possiamo dire loro: rinunciate alle bombe, e poi vi attaccheremo lo stesso.
Quello a cui dobbiamo puntare è un cambiamento di condotta. Dobbiamo chiarire all'Iran cosa rischia in termini di isolamento se continua il programma nucleare. Questo richiede una capacità di comprensione superiore a quella che Bush e McCain sembrano possedere a giudicare dalle pubbliche sfide all'Iran.
Il popolo iraniano deve sapere che è il loro governo, non il nostro, a rifiutare il dialogo. I nostri alleati devono sapere che prima di fare uso della forza, percorreremo tutte le vie diplomatiche possibili.
La politica di Bush-McCain è la più autodistruttiva immaginabile. Non risolve niente ma porta gli iraniani che disprezzano il loro regime a seguire i loro leader. E porta instabilità al Medio Oriente, aumentando il prezzo del petrolio.
Il peggior incubo per un regime che si basa sulla tensione è un'America pronta al dialogo.

E' soprendente quanta poca fede George Bush, Joe Lieberman e John McCain abbiano nell'America.

Copyright 2008 Dow Jones & Company, Inc. All Rights Reserved

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Una bella risposta.

George W Bush ha fatto la sua guerra perché serviva controllare il petrolio iracheno. E tuttora chiede che si aumenti la produzione.

Si coglie la distinzione tra la guerra in Iraq e quella in Afghanistan. Non sono uno che tifa per la teoria del complotto (la CIA dietro l'11 settembre), e quindi noto la differenza tra i due conflitti.
Vi ricordate la storia dell'antrace come prima accusa verso l'Iraq (poi smentita)? A questo complotto dell'antrace quasi quasi credo.

Al Qaida è organizzata non gerarchicamente, ma in base a una missione o visione condivisa. Che sia giusta o meno, comunque è il modo per far funzionare una organizzazione cosiddetta "lean"... come da testi di management aziendale.

La guerra al terrorismo non può finire... ci sarà sempre qualcuno che potrà farsi esplodere nel mondo. Puoi solo prevenire, ma non con i controlli... Non puoi controllare centinaia di milioni nel mondo occidentale. Troppo costoso rispetto ai benefici.

Sospetto che in assenza di Guerra Fredda le lobby delle armi abbiamo usato un nuovo bersaglio (terrorismo).
Magari adesso riprenderà il confronto con Russia e Cina, per cui il terrorismo passerà in secondo piano.
Purché chi produce le armi continui ad alimentare il suo mercato con fantasmi vari....

Marco

Melina2811 ha detto...

Sinceramente della politica americana non mi interessa più di tanto. Mentre in Italia se cambia il governo cambia tutta la linea politica della nazione, in america non cambia niente. Democratici o repubblicani c'è sempre qualche guerra in atto. Maria

Anonimo ha detto...

Probabilmente è perché da lontano non vediamo le differenze tra Democratici e Repubblicani...

Così come all'aspetto tutti i cinesi ci sembrano uguali.


La politica estera degli USA ha più impatto su altre nazioni della politica interna di quelle stesse nazioni.

Marco

G. ha detto...

Mi ricordo quando 8 anni fa si diceva che Bush e Gore erano uguali.
Oggi, Bush ci ha condotti nella situazione internazionale/ambientale in cui siamo, Gore ha vinto il Nobel per la pace.
Mi sa che non erano tanto uguali ;-)

Anonimo ha detto...

Su questo sito http://whereistand.com/BarackObama/JohnMcCain

si possono trovare le differenti opinioni (Obama Vs McCian) su 261 quesiti.

Concordano su 58, in disaccordo si 54....
Sulle restanti 149 almeno uno dei due non ha risposto, per cui non sono confrontabili, ma ci si può fare una idea lo stesso.

Marco