venerdì 1 febbraio 2008
Rassegna stampa repubblicana: il dibattito, i cristiani "scomunicano" McCain ma Schwarzenegger lo appoggia
Erano in quattro, a contare davvero erano in tre, ma la sfida è stata a due. Il dibattito repubblicano con McCain, Romney, Huckabee e Paul si è tenuto nella Reagan Library, con alle spalle nientemeno che l'Air Force One usato dal presidente Reagan.
Il dibattito è stato senza esclusione di colpi, sia Romney che McCain sanno quanto è importante la sfida di martedì prossimo, ma i temi e i toni hanno ricordato la "vecchia politica", quella che gli americani vorrebbero sorpassare.
Romney ha accusato l'avversario di usare "dirty tricks", con particolare riferimento alle dichiarazioni degli scorsi giorni, quando McCain aveva citato un presunto piano di ritiro dall'Iraq da parte di Romney. L'ex governatore del Massachusetts ha respinto l'accusa, ma McCain ha replicato ricordando che è stato proprio Romney a dare il via alla campagna di veleni, con milioni spesi in pubblicità denigratorie all'inizio delle primarie. Successivamente lo ha accusato di usare tattiche da "era Nixon".
Il dibattito - in cui per una volta non si è parlato della Clinton - ha avuto come tema di fondo "chi è il più conservatore?", e vista la location, lo spettro di Reagan aleggiava sui presenti. Spettro diventato concreto alla domanda: "Reagan farebbe endorsement per te?"
Romney ha risposto: "Certo, perchè abbiamo lo stesso punto di vista. Vinceremo la guerra, abbasseremo le tasse e la spesa pubblica, proteggeremo la vita e il matrimonio"
Paul: "Ho fatto campagna elettorale per lui nel 1976. Non so cosa farebbe oggi, ma sicuramente saremmo in sintonia"
McCain: "Di certo Reagan non approverebbe chi cambia le proprie posizioni solo per essere eletto. Era saldo nei suoi principi"
Huckabee: "Sarei incredibilmente presuntuoso ed arrogante suggerire che Reagan mi avrebbe appoggiato. Non so chi avrebbe appoggiato, ma io appoggerei lui"
I cristiani "scomunicano" McCain...
James Dobson, presidente dell'associazione cristiana Focus on the Family ha dichiarato che "in nessuna circostanza appoggerà McCain". Il leader cristiano gestisce una radio e una rivista che raggiungono milioni di persone ogni giorno, presso cui ha una grande influenza.
La dichiarazione è arrivata durante una trasmissione radiofonica in cui era ospite di Jerry Johnson, ed ha seguito la riproposizione di una dichiarazione di McCain in cui il candidato faceva un'apertura nei confronti dei matrimoni gay.
Dobson ha una visione molto netta della questione: sostiene che "la tolleranza e la diversità solo sciocchezze dette per promuovere sottotraccia l'omosessualità" a proposito della quale sostiene che si tratti di una preferenza non genetica, la cui colpa va ascritta a quei padri che non insegnano ai figli a praticare "la mascolinità".
Alla dichiarazione di Dobson ne sono seguite altre da parte di opinion maker cristiani, che hanno promosso la candidatura dell'evangelico Huckabee e del mormone Romney.
...ma Schwarzenegger lo appoggia
Non più di due settimane fa aveva detto che non avrebbe fatto endorsement nei confronti di nessun candidato, ma poi dopo gli ultimi risultati ha cambiato idea. "Governator" Arnold Schwarzenegger alla Reagan Library, il giorno dopo il dibattito repubblicano, ha annunciato il suo pieno appoggio a John McCain, di cui ha lodato soprattutto la crociata contro gli sprechi nella spesa pubblica. L'endorsement del governatore della California ha un'importanza pari a quello del governatore della Florida Charlie Crist, il cui appoggio a McCain è da tutti ritenuto un elemento chiave nella vittoria del senatore dell'Arizona nello "stato del sole". Schwarzenegger ha un grande seguito tra i Repubblicani californiani, e potrebbe consentirgli un grosso appoggio anche nella raccolta fondi. Allo stesso tempo, Schwarzie è anche ben visto dagli indipendenti per alcune sue posizioni poco conservatrici (tra l'altro è anche sposato con Maria Shriver, nipote di John F. Kennedy) e il suo endorsement potrebbe fare presa sugli indecisi.
Romney & Huckabee
Romney sembra aver perso il "momentum" ma, forte anche delle sue risorse personali, è ben deciso ad andare sino in fondo. Romney sa benissimo che, nel caso in cui nessun candidato arrivi alla convention con la maggioranza assoluta di delegati, sarà il partito a decidere la nomination, e il partito supporta lui molto più di McCain. Così, mentre il rivale si spende personalmente in meeting e conferenze, Romney spende i milioni di dollari raccolti in una massiccia campagna pubblicitaria in tutti gli stati del Super Tuesday.
Anche Huckabee è deciso ad andare sino in fondo e, a dispetto delle previsioni, non si ritirerà prima del 5 febbraio. Huckabee, dopo il dibattito, è corso a fare campagna negli stati del Sud in cui ha maggiori possibilità di vincere. La sua presenza in gara preoccupa soprattutto Romney, a cui il pastore battista contende l'elettorato cristiano più accanito.
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5 commenti:
la "scomunica" dei cristiani rispecchia una delle anime più "puriste" dei repubblicani. I quali, non a caso, considerano McCain troppo di sinistra.
Piuttosto, in Italia? Se vincesse Obama chi se ne avvantaggerebbe? E se vincesse la Rodham? Scusa se pongo qui questa domanda, ma non vedo un tuo indirizzo per scriverti. E scusa anche perché suppongo ne abbia già parlato.
ciao..seguo con molto interesse questo blog perchè mi informa molto meglio sulle primarie negli stati uniti rispetto a corriere.it o a repubblica.it..
sono andato a leggermi (http://it.wikipedia.org/wiki/Ron_Paul)
la storia di ron paul e l'ho trovato un personaggio abbastanza interessante..capisco che conti poco ma non potresti dedicargli un post? per quanto tu ne sappia confermi le cose scritte su wikipedia? prima nel 76 appoggia reagan, poi è a favore della legalizzazione delle droghe leggere (quindi presumo che la war on drugs non gli vada molto giù), poi oggi dichiara che sarebbe in sintonia con reagan...che vuol dire? ha anche l'appoggio di nader..mi sbrogli questa matassa?
Ciao paroledinotte, grazie dell'apprezzamento.
Ho pubblicato il profilo di Ron Paul un paio di settimane fa
( http://primarieusa2008.blogspot.com/2008/01/profili-ron-paul.html )
è sicuramente un personaggio interessante, anche se boicottato dai media.
Nel 1976 appoggia Reagan sia perchè ha intuito meglio degli altri che Ford non avrebbe vinto, sia perchè vedeva in lui un candidato di rottura di quella che era l'ortodossia repubblicana di quegli anni, ingabbiata nello stile-Nixon.
Reagan, pur essendo un conservatore di ferro, rappresentava comunque un nuovo stile. Successivamente Paul si allontana dai Repubblicani perchè, da libertario convinto, probabilmente si aspettava che Reagan andasse ancora più a fondo nel rinnovamento delle istituzioni e dell'America stessa, pur continuando ad apprezzarne l'opera (e infatti aspettò che passassero i due mandati prima di candidarsi alla presidenza). Da questo punto parte un percorso piuttosto insolito ma coerente, in cui unisce gli ideali conservatori su temi morali con un'attenzione ad aspetti nuovi, come l'ambiente. E guarda caso adesso, con McCain, anche altri repubblicani cominciano a muoversi in quel senso, quindi possiamo considerare Paul come un precursore, sotto molti aspetti.
Per quanto riguarda le possibili ricadute sull'Italia delle elezioni Usa: storicamente l'Italia è allineata, qualsiasi governo sia in carica, alla politica statunitense, quindi da questo punto di vista le ricadute ci saranno soprattutto per le scelte del nuovo presidente in politica estera. Non ci saranno invece conseguenze di tipo imitativo, ovvero non succederà mai che una vittoria democratica in Usa porti ad un vento "di sinistra" in Italia, o il contrario con i repubblicani. Sotto questo aspetto siamo influenzati maggiormente dagli altri paesi Europei
grazie, g. (20.05).
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