mercoledì 27 febbraio 2008

Resoconto del dibattito in Ohio



E sono 20, e chissà se a questo punto ce ne saranno altri. E' passata meno di una settimana dal diciannovesimo faccia a faccia, ma il clima è completamente diverso: niente sorrisi, niente fair play, niente "sono onorata di essere qui con Barack", niente strette di mano. Al contrario, in scena vanno due acerrimi avversari decisi a prevalere.
Obama mantiene il suo aplomb e prosegue con la strategia da front-runner che consiste nel mantenersi al di sopra delle accuse della rivale, rispondendo in maniera concreta ma senza alimentare la polemica, tuttavia dimostra di aver perso ogni remora nello sparare a zero contro la senatrice. La Clinton è nervosa e tesa, attacca a testa bassa e se la prende anche con i moderatori del dibattito accusandoli di favorire Obama ("Chiedetegli se ha bisogno di un cuscino sulla sedia"), un gesto che è facile interpretare come un segno di debolezza.

Il dibattito ha subito trattato il tema scottante della foto di Obama in abiti arabi. La Clinton ha negato "per quel che ne so" che la foto provenga dal suo staff. Obama ha detto di "prendere per buona" la parola della Clinton, ma ha ricordato che la campagna elettorale della senatrice è sempre stata ricca di falsità su di lui.

Poi Clinton e Obama hanno ribadito le differenze sui loro piani sanitari, e le accuse reciproche: il piano della Clinton non avrebbe copertura finanziaria, quello di Obama coprirebbe meno persone.

Il tema successivo è il NAFTA, il trattato per il libero commercio nell'area nord-americana, gradito in Texas ma non in Ohio, quindi entrambi i candidati devono mostrare equilibrio per non inimicarsi uno dei due elettorati. Tutti e due si dicono favorevoli ad un miglioramento del trattato, anche se la Clinton patisce un handicap dovuto al fatto che il Nafta du firmato da suo marito. La Clinton cita anche una battuta del Saturday nigth live su Obama, ma non sembra una mossa riuscita.

Poi si parla di politica estera: rispondendo alle accuse di inesperienza, Obama accusa la Clinton di confondere la longevità a Washington per esperienza. Ricorda inoltre che lei assicura di essere in grado di guidare l'America dal primo giorno, ma in realtà ha aiutato il primo giorno di Bush, votando a favore della guerra in Iraq. La Clinton replica ricordando una dichiarazione in cui Obama minacciava di bombardare il Pakistan. Obama ricorda di essersi sempre impegnato per la pace e di aver parlato di operazioni di intelligence, e non militari, in Pakistan.

Dopo il break, è la volta di un momento di alleggerimento con video curiosi sui candidati. Obama si rilassa e fa battute, la Clinton è sempre tesa e alla ricerca della polemica.

Poi si ritorna su un tema caldo, l'appoggio dato a Obama da Louis Farrakhan, discusso religioso musulmano, famoso per le sue posizioni razziste e omofobiche, sospettato di essere il mandante dell'assassinio di Malcom X. In questo frangente Obama mostra l'unica incertezza della serata, dicendo che non gli sembrerebbe giusto smentire chi parla bene di lui, soprattutto dal momento in cui non ha mai richiesto appoggio da Farrakhan e ha sempre denunciato le posizioni estremistiche di questi. La Clinton ha buon gioco nel ricordare che lei ha rifiutato l'appoggio di persone e società in odore di antisemitismo. Obama deve darle ragione "Se pensa che la parola "rifiuto" sia più forte di "denuncia", allora sarò felice di venirle incontro e quindi rifiuterò e denuncerò".

I presentatori chiedono ai due candidati se vogliono scusarsi di qualcosa: la Clinton si scusa del suo voto a favore della guerra in Iraq, Obama si scusa per non aver cercato di impedire al Congresso di intervenire sul caso di Terri Schiavo.

In chiusura entrambi spiegano per quale motivo un elettore dovrebbe scegliere l'uno piuttosto che l'altra. In precedenza, Obama ha citato la frase della Clinton nel dibattito in Texas dicendosi onorato di aver fatto campagna elettorale con lei. Stavolta, però, nessuna stretta di mano.

Quello che è emerso da dibattito è la differenza abissale tra gli stili dei due candidati, ma soprattutto il fatto che la Clinton è eccezionalmente nervosa. Persino il New York Times, espressamente schierato con lei, l'ha criticata per le lamentele sul trattamento ricevuto e per la batuta sul SNL.
In un sondaggio via sms condotto dall'emittente MSNBC subito dopo il dibattito, il 70% degli interpellati ha dichiarato che il duello è stato vinto da Obama.

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