Negli ultimi giorni John McCain e Barack Obama hanno ingaggiato un serrato duello di dichiarazioni sulla politica estera e in particolar modo sull'Iraq. Questo botta e risposta evidenzia, tra le altre, due cose: la prima è che la Clinton sembra tagliata fuori dai giochi, McCain rivolge le sue attenzioni unicamente a Obama, e i media fanno alttrettanto; la seconda è che Obama vuole fare tesoro della fallimentare esperienza di John Kerry quattro anni fa (e della maggior parte dei candidati democratici alla presidenza in periodi di gravi crisi internazionali) e non ha intenzione di farsi mettere sotto sulle questioni di sicurezza nazionale.
Tutto è iniziato quando, nel dibattito di martedì, Obama ha parlato della possibilità di un futuro nuovo intervento americano in Iraq nel caso in cui Al Qaeda mettesse le sue basi nel paese. McCain si è chiesto se Obama "fosse a conoscenza del fatto che Al Qaeda ha già le sue basi in Iraq". Obama ha replicato immediatamente sullo stesso tono, chiedendosi se McCain fosse a conoscenza del fatto "che in Iraq non c'era nessuna base di Al Qaeda prima che George Bush e John McCain decidessero di invaderlo" e ha aggiunto "McCain può continuare a dire che vuole seguire Osama bin Laden fino alle porte dell'inferno, ma finora tutto quello che ha fatto è stato seguire George Bush in una guerra sbagliata".
La risposta di McCain ha cambiato bersaglio, puntando sull'inesperienza di Obama e concentrandosi su una controversa dichiarazione riguardante la possibilità di bombardare il Pakistan.
"Bisogna fare progetti e lavorare con i paesi alleati, e il Pakistan è fra questi. Non puoi annunciare che bombarderai il paese. Sono i fondamentali della sicurezza nazionale" ha spiegato McCain, che tuttavia a dicembre chiese l'intervento delle truppe in Pakistan dopo l'omicidio di Benazir Bhutto.
Obama ha dichiarato più volte che non ci può essere una soluzione militare del conflitto in Iraq, e che in caso diventasse Presidente farebbe iniziare subito il ritiro delle truppe.
Al contrario John McCain ha promesso che manterrà le truppe in iraq fin quando non sarà ristabilita la sicurezza. Nell'ultimo periodo, da quando ha praticamente conquistato la nomination, McCain si sta impegnando a convincere l'elettorato che la guerra in Iraq può essere vinta in tempi molto rapidi.
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7 commenti:
In effetti deve essere odore di vittoria di Obama anche tra i superdelegati.
Oggi sul sito di RealClearPolitics, per la prima volta dopo tanti giorni, si è modificata la situazione dei superdelegati tra i due candidati democratici.
Fino a ieri la Clinton aveva 241 superdelegati contro i 184 di Obama (57 in più per la prima), oggi 6 nuovi superdelegati hanno appoggiato il senatore nero che adesso può contare su 191 superdelegati contro i 241 della senatrice di New York (la differenza si riduce a 50).
Comunque voglio fare notare un altro particolare. Fino a gennaio la Clinton e Obama era nettamente avanti, in caso di scontro frontale, a McCain. Nelle ultime due settimane il futuro candidato repubblicano si è nettamente rafforzato su i democratici tant' è che alcuni sondaggi iniziano a vederlo avanti anche rispetto a Obama.
Democratico
Il fatto è che McCain ha già cominciato a fare campagna elettorale in vista di novembre, e quindi molti indecisi si stanno orientando su di lui. Se in casa democratica non si decidono, il distacco rischia di diventare incolmabile.
Il partito lo sa, per questo credo che già da mercoledì, in un modo o nell'altro, si cercherà di chiudere la faccenda
E infatti guido leggi che cosa ho trovato sul sito del Corriere della sera
Da http://www.corriere.it/ultima_ora/detail.jsp?id={BC41FD73-E090-42D2-B6EE-08A116B12A70}
Usa: su blog voci di possibile ritiro Clinton
29 feb 15:13 Esteri
NEW YORK - Possibile che Hillary Clinton si ritiri dalla corsa presidenziale prima delle primarie di martedi' in Ohio e Texas? Alcuni blog iniziano a instillare il seme del dubbio, anche se gli addetti ai lavori dicono di no. Jay Severin, ad esempio, host conservatore di una radio di Boston ed ex stratega nelle campagne elettorali dei repubblicani, scrive: "Ho cenato con una persona X e mi ha detto che Hillary sta pensando a ritirarsi venerdi'". Notizia ripresa da un altro blog politico, Wizbang. (Agr)
Democratico
Mah, finora sui media statunitensi non ci sono conferme (anzi, la notizia non è proprio stata riportata).
Mi sembrerebbe piuttosto strano, visto che proprio oggi è partita una nuova campagna di spot televisivi della Clinton, forse è più probabile che da più parti si stia tentando di fare pressioni sulla Clinton perchè si ritiri, se non prima almeno subito dopo il 4 marzo
Tempo fa dissi che se Obama avesse perso di misura in California e vinto al sud sarebbe potuto diventare il front-runner per la nomination, e questa l'ho azzeccata. Quello che ho clamorosamente sbagliato è la previsione sul fatto che la Clinton sarebbe stata convinta a ritirarsi prima del 4 marzo, sia dai risultati dei giorni successivi al Super Tuesday che da pressioni dei vertici del partito. A quanto pare la leadership democratica ha scelto una politica attendista che, come dite voi, favorirà senz'altro McCain, almeno nei primi mesi della campagna per le elezioni generali.
Una domanda per Guido: sai per caso dove posso trovare l'affermazione di Obama riguardo al bombardamento del Pakistan? Francamente non sono stato in grado di trovarla da nessuna parte, e ciò mi fa desumere che non sia mai stata pronunciata, ma potrei sbagliarmi..
Immagino si rifersica a questa frase
http://www.reuters.com/article/domesticNews/idUSN0132206420070801
in cui, pur non nominando bombardamenti e azioni militari, si mostra molto deciso su come intervenire in Pakistan
Grazie mille. Comunque ci vuole una certa fantasia per intendere la frase come bombaderemo il Pakistan: "If we have actionable intelligence about high-value terrorist targets and President Musharraf won't act, we will". Da quanto ho capito da dibattiti ed interviste varie, correggimi se sbaglio, Obama propone di inviare agenti della CIA in Pakistan, anche contro il volere di Musharraf, per stanare eventuali capi di Al-Quaeda nel paese. Credo sia a quello che si riferiva con quel "we will act".
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