Per i candidati alla Casa Bianca è normale finire sotto i raggi X della stampa. Nel caso di John McCain non si tratta solo di linguaggio figurato. Il New York Times di oggi propone un lunghissimo articolo in cui si traccia un dettagliato profilo della storia clinica recente del candidato Repubblicano.
In particolare, sotto l'occhio attento del quotidiano newyorkese, che nonostante l'endorsement al senatore dell'Arizona sembra non volergli dare tregua (due settimane fa fu il NY Times a diffondere la notizia della presunta relazione di McCain con una lobbysta), è l'operazions risalente al 2000.
In quell'anno, poco dopo la sconfitta ad opera di George W. Bush nelle primarie Repubblicane, McCain si sottopose ad un intervento chirurgico a causa di un melanoma alla pelle, intervento che gli ha lasciato per ricordo una lunga cicatrice che parte da sopra il lato sinistro del collo (che si nota anche allargando la foto a sinistra) e McCain è solito scherzare dicendo di avere più cicatrici di Frankenstein.
L'operazione fu resa necessaria per verificare se il cancro, potenzialmente mortale, avessa raggiunto i linfonodi del collo, cosa che per fortuna non era avvenuta. Tuttavia, per evitare che ciò accadesse, i medici furono costretti ad asportare i linfonodi circostanti e la ghiandola parotidea che produce la saliva.
La cartella clinica relativa all'episodio non è mai stata diffusa, ma McCain ha detto di non aver avuto bisogno di chemioterapia o radiazioni.
Durante la campagna per le primarie del 2000, McCain diffuse ai giornali la sua personale storia medica - 1.500 pagine - e si fece intervistare da un medico riguardo le sue condizioni di salute.
In questa campagna elettorale, invece, McCain non ne ha mai accennato, nè ha mai diffuso la propria cartella clinica (dovrebbe essere resa pubblica ad aprile).
L'articolo del New York Times prosegue con dettagliate descrizioni del melanoma, del decorso del senatore e delle medicine che ha preso e prende, tra cui un'aspirina per il cuore.
McCain, che a 72 anni sarebbe il più anziano Presidente al primo mandato, non sarebbe il primo ad affrontare una malattia nel corso della sua amministrazione - basti pensare a Franklin Roosevelt - ma è evidente che la forma fisica rappresenta una fissazione per l'opinione pubblica americana: lo stesso Roosevelt, che soffriva di una grave forma di poliomielite, tentò in tutti i modi di nascondere la sua disabilità, e sia prima che dopo l'elezione si presentava in pubblico sorretto di nascosto dalle guardie del corpo piuttosto che farsi vedere in stampelle o sulla sedia a rotelle.
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