sabato 15 marzo 2008

Profili: Hillary Clinton

Hillary Diane Rodham Clinton
L'immagine “http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/d/dd/Hillary_Rodham_Clinton.jpg/160px-Hillary_Rodham_Clinton.jpg” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.

Democratica
Età: 61 anni
Professione: avvocato, procuratore in Arkansas (1979-1972), First Lady (1993-2000), senatrice junior dello Stato di New York dal 2001.
Fondi raccolti: 138.048.906 $
Budget: 29.186.342 $

Quella di Hillary Clinton è senza dubbio una delle candidature più annunciate nella storia delle primarie. Prima di sposare Bill e di diventare First Lady dell'Arkansas e poi degli Usa la politica era già nel suo destino. Prima che suo marito Bill terminasse il secondo mandato presidenziale, cominciò a diffondersi la voce di un ingresso in politica di Hillary, con l'obiettivo di tornare prima o poi alla Casa Bianca. Così la Clinton fu la prima First Lady a candidarsi ad una carica elettiva mentre era ancora alla Casa Bianca, e a novembre del 2000, mentre George W. Bush superava Al Gore, Hillary conquistava il seggio al Senato degli Stati Uniti, in cui entrò 17 giorni prima del passaggio di consegne con il nuovo Presidente. Nelle elezioni per il Senato avrebbe dovuto confrontarsi con l'allora sindaco di New York Rudolph Giuliani, ma quest'ultimo si ritirò per motivi di salute e la Clinton ebbe gioco facile nel superare il semisconociusto Rick Lazio.

Una donna alla Casa Bianca è stata finora materia solo per film e telefilm, ma la Clinton è l'unica nell'attuale panorama politico statunitense a potercela fare. E' curioso però che la sua fama e la sua credibilità non derivino dall'attività politica ma dal suo passato di First Lady. Hillary è una delle First Lady più significative di tutti i tempi, con Eleanor Roosevelt e Jacqueline Kennedy, e se le prime due hanno dovuto affrontare rispettivamente la Seconda Guerra Mondiale e l'assassinio del marito, la Clinton si è trovata a dover fronteggiare lo scandalo sessuale che ha rischiato di travolgere la Presidenza di Bill. Ne è uscita come meglio non avrebbe potuto, salvando il suo matrimonio e la sua dignità al tempo stesso, e conquistando la solidarietà delle donne e delle femministe.

Già 4 anni fa c'era chi caldeggiava una sua candidatura contro Bush, al minimo storico per la guerra in Iraq e accusato di essere un Presidente illegittimo (dopo le contestazioni elettorali in Florida), ma si decise di preparare meglio la discesa in campo facendo conquistare a Hillary un secondo mandato al Senato e iniziando una campagna elettorale lunghissima che poteva durare dai 4 agli 8 anni (nel caso in cui John Kerry l'avesse spuntata, e infatti i Clinton non sostennero adeguatamente la campagna presidenziale del senatore del Massachusetts). Questi quattro anni da candidato-ombra hanno però portato ad un logoramento della figura di Hillary, ad una rapida fine dell'effetto novità e, in ultimo, al ricompattamento dei Repubblicani contro di lei. Inoltre il suo nome non è gradito agli indipendenti, che la identificano con l'establishment e con l'amministrazione di Bill Clinton, che anche se rimpianta da molti, nel corso degli anni ha evidenziato molteplici carenze che hanno poi portato alla situazione attuale specialmente in politica estera. Le primarie sono così iniziate in salita, e nonostante l'appoggio di molti big del partito e dei grandi stati, da gennaio è costretta ad inseguire Barack Obama.

Una First Lady diversa
Già nelle primarie del 1992 si capì che Hillary avrebbe avuto un peso specifico molto forte. Prima delle primarie in New Hampshire, i tabloid scandalistici diffusero la notizia di una relazione extraconiugale di Bill con la cantante Gennifer Flowers: i Clinton si presentarono assieme in tv nel programma 60 minutes durante il quale Bill negò la relazione ma si scusò per causato un dolore alla moglie (anni dopo avrebbe ammesso che in effetti la relazione con la Flowers era davvero esistita) ma fu Hillary a rubargli la scena, tanto che Clinton arrivò a dire che, eleggendo lui a Presidente, gli americani avrebbero avuto "due al prezzo di uno". Durante la campagna elettorale la storia personale di Hillary, e in particolare le sue lotte sociali ed etiche negli anni '70, finirono sotto il fuoco incrociato dei media conservatori.
E' stata la prima First Lady in possesso di studi specialistici, e decise che non avrebbe rinunciato al nome da ragazza. E' stata anche la prima First Lady ad avere un ufficio nell'Ala Ovest della Casa Bianca, quella dedicata agli uffici esecutivi più importanti, tanto che molti la definirono co-presidente coniando la parola "Billary". Nel 2003, Bill la nominò a capo di una task force per la riforma del sistema sanitario, come già aveva fatto per la riforma dell'istruzione quando era Governatore in Arkansas. Il piano sanitario fu oggetto di critiche e minacce - tanto che nel 1994 la Clinton fu costretta a girare col giubbotto antiproiettile - e venne bocciato dal Congresso, nonostante le camere fossero in mano ai Democratici. Nel 1997, assieme a Ted Kennedy, promosse il Children's Health Insurance Program. L'ultima parte dell Presidenza Clinton fu caratterizzata dagli scandali: il Whitewater, riguardante una controversa vendita di proprietà immobiliari e successivi fallimenti societari tra gli anni '70 e gli '80, il "travelgate", riguardante il licenziamento di sette impiegati della Casa Bianca, e soprattutto il Sexgate, l'affare Lewinsky che per poco non portò all'impeachment di Bill Clinton per la falsa testimonianza sulla sua relazione con la stagista Monica Lewinsky.

Posizioni politiche e programma di Hillary Clinton
Le posizioni politiche della Clinton si riallacciano in modo continuativo a quelle dell'amministrazione di Bill Clinton, e si focalizzano in modo particolare sulle politiche sanitarie e sulla politica estera.


  • Politica economica: la Clinton ha criticato la riforma fiscale dell'amministrazione Bush, che esclude ampie fasce della popolazione dai benefici fiscali, e ha proposto uno stanziamento di 110 miliardi di dollari per contrastare gli effetti della crisi economica e della recessione, aiutando i meno abbienti estendendo i sussidi di disoccupazione e aumentando gli sconti fiscali.

  • Energia e ambiente: la Clinton sostiene la necessità del risparmio energetico e dell'aumento di veicoli alimentati ad idrogeno, oltre alla ratifica del Protocollo di Kyoto. Ha proposto un fondo di 50 miliardi di dollari pagato in parte dalle compagnie petrolifere per investire nelle energie alternative. Intende raddoppiare gli stanziamenti per la ricerca sull'energia.

  • Politiche sociali: il punto centrale del programma della Clinton è dato dalla proposta di riforma sanitaria, derivata da quella bocciata nel 1993; questa riforma prevede una copertura obbligatoria universale, con sussidi per i meno abbienti. I premi assicurativi sarebbero sottoposti ad un tetto di spesa, e i cittadini potranno scegliere tra diversi piani privati o pubblici. La copertura per questa riforma arriverebbe dall'abolizione delle agevolazioni fiscali promosse da Bush per chi ha un reddito superiore ai 250.000 $.
    La Clinton si oppone ai matrimoni tra persone dello stesso sesso ma supporta le unioni civili per i gay. E' favorevole alla libertà di scelta delle donne in caso di aborto.
    Supporta la ricerca sulle cellule staminali

  • Politica interna: la Clinton è a favore della pena di morte ma supporta l'Innocence Protection Act che richiede il test del DNA prima dell'esecuzione.
    E' a favore della lotta all'immigrazione clandestina potenziando le frontiere anche con l'aiuto della tecnologia, e stabilendo regole certe per dare la cittadinanza.
    Supporta una restrizione della libera vendita di armi da fuoco. E' contraria alla legalizzazione delle droghe leggere a fini terapeutici.

  • Politica estera: la Clinton ha votato a favore del Patriot Act nel 2001 e dell'intervento in Iraq nel 2002. Ancora oggi rivendica quel voto ma critica la strategia dell'amministrazione Bush. Oggi è contraria all'aumento di truppe deciso da Bsuh e propone un piano di ritiro graduale dall'Iraq. Nel 2007 ha votato per una legge che imponeva di stabilire una data per l'inizio del ritiro, ma Bush ha posto il veto. Ha promesso che il ritiro inizierà entro 60 dal suo insediamento, ma si è rifiutata di fissare una data per il completamento del ritiro, dicendo che potrebbe non avvenire entro il termine del primo mandato.
    Ha detto di prendere in considerazione la possibilità di intervento militare in Iran in caso fallissero le trattative diplomatiche, che comunque lei potenzierebbe. Nel 2007 ha votato per una legge che classifica i Guardiani della Rivoluzione (l'esercito iraniano) come gruppo terroristico.
    E' a favore dell'embargo su Cuba.

Punti di forza: gode dell'appoggio dei big del partito sia a livello centrale che nei singoli stati, può contare sull'appoggio di lobby e corporations e di molti mezzi di comunicazione, può contare su un'organizzazione capillare sul territorio, può beneficiare del clima di nostalgia nei confronti di suo marito Bill.
Punti deboli: ha ricompattato i Repubblicani contro di lei, la campagna elettorale le ha pregiudicato i voti dei sostenitori di Obama, molti dei big del partito stanno avendo ripensamenti, viene percepita come il candidato della conservazione; su di lei pesa il ricordo dei molteplici scandali dell'amministrazione Clinton; suo marito Bill è diventato una figura ingombrante.

Fonti: Wikipedia, Washington Post, New York Times, CNN

2 commenti:

Anonimo ha detto...

anche se ultimamente i commenti scarseggiano
seguo sempre il tuo blog per essere informato sulle primarie

paroledinotte

G. ha detto...

Grazie ;-)
per il prossimo mese non ci saranno votazioni ma ci sarà comunque spazio per novità e aggiornamenti