martedì 11 marzo 2008

Verso il voto: le primarie in Mississippi

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Il Mississippi è uno degli stati del "profondo Sud" degli USA, prende il nome dall'omonimo fiume che rappresenta il confine ovest. Con 2.902.966 abitanti è il 31° stato più popoloso degli USA, confina con Tennessee, Arkansas. Louisiana, Golfo del Messico ed Alabama. La capitale è Jackson.
Lo "stato della magnolia", come viene chiamato, fu raggiunto dai conquistadores per la prima volta nel 1540, ma per il primo vero insediamento bisognò aspettare il 1699. Nel 1716 nacque sul fiume Mississippi Natchez, che divenne un importante punto di riferimento commerciale.
Il Mississippi passò senza soluzione di continuità dagli spagnoli agli inglesi e ai francesi, per poi tornare possedimento della Gran Bretagna dopo la Guerra dei sette anni e il trattato di Parigi (1763).
Nel 1798 nacque il territorio del Mississippi, che comprendeva anche parti cedute da Georgia e South Carolina. Nel 1817, il Mississippi divenne il 20° stato ad entrare nell'Unione.
Nella metà del XIX secolo, lo stato divenne il principale produttore di cotone, grazie al fiorire di piantagioni e soprattutto all'impiego massiccio di schiavi: nel 1860, il 55% della popolazione era composto da schiavi. Nel 1861, il Mississippi fu il secondo stato a proclamare la secessione dall'Unione e a unirsi ai Confederati, venendo poi sconfitti nella guerra civile.
Nonostante la sconfitta degli schiavisti, il Mississippi nei decenni successivi continuò ad essere insanguinato dalle lotte razziali. La grande quantità di terre coltivabili nel delta del Mississippi attirarono molti immigrati ed ex-schiavi, e alla fine del secolo due terzi dei proprietari terrieri erano afro-americani. La crisi della coltivazione del cotone, all'inizio del XX secolo, portò ad un inasprimento delle lotte razziali e della segregazione.
L'economia dello stato è ancora oggi basata soprattutto sull'agricoltura e sulle piantagioni di cotone, ma è uno degli stati più poveri dell'Unione.
La popolazione è composta per il 61% da bianchi e per il 38% da afro-americani. La tendenza politica dello stato è spiccatamente conservatrice.


Per i Democratici, il Mississippi mette in palio 40 delegati, di cui 33 elettivi e 7 superdelegati con il sistema della primaria aperta. Dei 33 delegati elettivi, 22 vengono assegnati proporzionalmente sulla base dei risultati nei 4 distretti elettorali, ognuno dei quali ha dai 5 ai 7 delegati. Gli altri 11 delegati verranno invece assegnati proporzionalmente sulla base del risultato complessivo nello stato. La convention statale del 31 maggio nominerà invece i 7 superdelegati, 2 dei quali hanno già dichiarato il proprio appoggio ad Obama.
I sondaggi mostrano un evidente vantaggio del senatore dell'Illinois, anche grazie alla numerosa comunità nera dello stato: Rasmussen, in un sondaggio del 5 marzo, dà Obama al 53% e la Clinton al 39%, mentre un sondaggio di American Research Group dello stesso giorno dà Obama al 58% e la Clinton al 34%. Infide Insider Avantage, il 6 marzo, dava Obama al 46% e la Clinton al 40%.
Contrariamente rispetto al altri stati, gli elettori della Clinton non sarebbero portati a votare Obama alle presidenziali, mentre gli elettori di Obama voterebbero la senatrice se fosse lei la nominata.


Per i Repubblicani, il Mississippi mette in palio 39 delegati, di cui 36 elettivi e 3 unpledged. I 36 delegati d'elezione vengono assegnati con la formula del winner-take-all in caso di maggioranza assoluta: 12 vengono messi in palio nei 4 distretti, ogni distretto ha 3 delegati che vanno interamente al candidato che otterrà più voti in quel distretto. Gli altri 24 delegati vengono assegnati in base al risultato complessivo, con il sistema del winner-take-all se un candidato riceve più del 50% dei voti, mentre l'assegnazione avviene con il sistema proporzionale e soglia di sbarramento al 15% se nessun candidato raggiunge il 50% + 1 dei voti.
Vista la nomination già decisa, non vengono più condotti sondaggi tra i Repubblicani.

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