Il partito starebbe premendo un per un ritiro della Clinton prima delle elezioni in Pennsylvania: la paura è che una vittoria netta della senatrice il 22 aprile possa portarla a guadagnare un "momentum"che le farebbe ottenere buoni risultati anche in Indiana (improbabile), North Carolina (possibile), Oregon e Kentucky (probabile) a maggio. Queste vittorie non le permetterebbero di superare il rivale nella conta dei delegati, ma avrebbe l'unico effetto di appannare l'immagine vincente di Obama. A questo punto il DNC dovrebbe decidere se dare la nomination a un candidato in affanno o a uno che ha di fatto perso le primarie.
Negli ultimi giorni, e per la prima volta, alcuni superdelegati (non solo tra i sostenitori di Obama) hanno espressamente chiesto alla Clinton di farsi da parte. E anche se Obama ha dichiarato che "la Clinton può restare in corsa fin quando vuole" dicendosi sicuro della nomination, Bill Clinton si è risentito con i colleghi di partito, invitandoli a "rilassarsi, perchè nessuno vuole spaccare il partito, e ovunque andiamo la gente ci dice di non azzardarci a ritirarci".
L'ultima ipotesi allo studio, è quella di un premio di consolazione per Hillary, rappresentato dalla poltrona di Governatore di New York.
Dopo le dimissioni di Eliot Spitzer, la guida dello stato è passata al suo vice David Paterson. In molti la giudicano però una scelta provvisoria, non tanto perchè Paterson è un afro-americano non vedente, ma perchè non sembra in grado di garantire una leadership forte (dopo il giuramente ha ammesso che sia lui che la moglie hanno avuto relazioni extraconiugali, e ha confessato di aver fatto uso di cocaina).
Il Partito potrebbe quindi spingere per le dimissioni di Paterson e candidare Hillary (forse contro Rudolph Giuliani) già a novembre.
La Clinton, che ha già rifiutato il posto di Speaker al Senato, ha fatto sapere di non voler accettare niente di meno della nomination, e ha accusato i leader del partito di comportarsi da "bulli", e in questi giorni ha ribadito quasi quotidianamente di non avere intenzione di farsi da parte
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