mercoledì 2 aprile 2008

Vademecum: i delegati, la convention e i candidati ritirati

Le scorse settimane Hillary Clinton, a chi le chiedeva come intendesse vincere la nomination visto che le è matematicamente impossibile recuperare il distacco tra i delegati elettivi, ha rilasciato una dichiarazione che ha spiazzato elettori, avversari e i suoi stessi collaboratori. Ha infatti ricordato che i delegati elettivi, una volta giunti alla convention nazionale, non sono obbligati a sostenere fino alla fine il candidato a cui sono stati assegnati, ma possono cambiare idea.
Questo è un segreto di Pulcinella nel già fallato sistema delle primarie Democratiche, e nessuno ci ha mai fatto caso perchè finora i nominati avevano sempre ottenuto un largo consenso, e c'era stato un accordo non scritto tra i candidati per rispettare il volere dell'elettorato.
E' successo in diverse occasioni che un candidato in svantaggio provasse a convincere i delegati del front-runner a cambiare idea, ma l'ultima volta risale al 1980, quando Ted Kennedy provò in questo modo a superare Jimmy Carter, inutilmente.

I collaboratori della Clinton hanno negato di fare pressioni sui delegati, ma hanno lasciato capire che se si andrà ad una convention aperta, punteranno anche su di loro per incrementare il bottino della senatice.

Vediamo quindi cosa prevede il regolamento delle primarie per i delegati elettivi:

I delegati pledged non sono obbligati a sostenere alla Convention il candidato per cui sono stati eletti. I delegati vanno alla Convention con il compito di sostenere un particolare candidato, e una volta lì si presume che rispetti l'impegno preso con l'elettorato, ma non è vincolato a farlo. Ovviamente un cambiamento di posizione deve essere ben giustificato e non è accaduto quasi mai, tuttavia le Delegates Selection Rules dicono, testualmetne, che i delegati devono "in buona coscienza, riflettere il sentimento di chi li ha eletti", e perciò il cosiddetto "switch" deve avvenire solo per fondate ragioni, ad esempio quando l'immagine e l'eleggibilità di un candidato viene seriamente compromessa (da scandali o gaffe, ad esempio) tra le primarie e la convention. Questa regola fa sì che la Convention sia un organismo deliberativo e non solo ratificativo, e che prenda atto dei cambiamenti che possono avvenire nei mesi che passato tra il voto negli stati e le Presidenziali.

Un'altra questione riguarda i delegati dei candidati che si sono ritirati dalla corsa. Se un candidato si ritira dopo che gli sono stati ufficialmente assegnati dei delegati, può mantenere questi delegati e dare loro un indicazione di voto (che però non è vincolante) oppure lasciare loro libertà di scelta. Se i delegati sono stati eletti ma non ufficialmente assegnati dalla convention statale prima del ritiro del candidato, verranno assegnati ai candidati ancora in gara (es. in Iowa, John Edwards aveva ricevuto dei delegati dai caucus, ma si è ritirato prima della convention e quindi alcuni dei suoi delegati sono andati a Obama).

L'ultima questione regolamentare riguarda Michigan e Florida. I due stati hanno due possibilità per essere rappresentati alla Convention

1- Possono fare appello alla Convention Credentials Committee, che determina e risolve ogni questione pendente riguardante i delegati. Il comitato si riunisce tra luglio e agosto.

2- I due stati possono scegliere di ripetere il processo di selezione, in un modo da decidersi assieme al DNC, ma devono farlo entro il secondo martedì di giugno.

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