giovedì 3 aprile 2008

Il discorso di Obama sul razzismo

Molti si aspettavano che a Philadelphia Obama parlasse degli argomenti maggiormente rilevanti per le primarie di aprile (la recessione economica, le politiche industriali, il commercio con l'estero). Invece Obama, anche per frenare il calo di popolarità dovuto alle esternazioni del Reverendo Wright, ha affrontato il tema del razzismo, un argomento rimasto sempre sottotraccia nella sua campagna elettorale, perchè il candidato non voleva passare per il "solito" nero che si batte per i diritti dei neri (Jesse Jackson docet), ma voleva accreditarsi come un candidato unitario che solo incidentalmente è afroamericano.
Il discorso ha ottenuto una eco e un consenso unanimi tra i Democratici (e indispettito molti Repubblicani), tanto da portare nel giro di poche ore all'endorsement dell'ispanico Bill Richardson.
Ecco i passi principali del discorso che, qualora Obama dovesse diventare Presidente, sarà ricordato come una tappa fondamentale sulla via dell'elezione.

"Sono il figlio di un nero del Kenya e di una bianca del Kansas, e non dimenticherò mai che in nessun altro paese della Terra sarebbe possibile una storia come la mia. E' una storia che ha fatto di me un candidato non convenzionale. Ma è la storia che mi ha convinto dell'idea che questa nazione è più della semplice somma delle parti - di tutti, noi siamo una cosa sola.
[...] Ecco dove siamo ora, in uno stallo razziale, fermi da anni. Contrariamente a quanto pensano molti miei detrattori, non sono così ingenuo da pensare che possiamo superare le nostre divisioni solo con delle semplici elezioni, o con una candidatura, soprattutto con una candidatura imperfetta come la mia.
Possiamo accettare una politica che genera divisioni, conflitti e cinismo, ma se lo facciamo non cambierà mai nulla. In queste elezioni, possiamo unirci e dire "Non questa volta".
Il problema è che i commenti fatti in queste ultime settimane, e i temi che
sono emersi,riflettono la complessità della questione razziale in questo paese,
che non abbiamo mai risolto - una parte della nostra unione che deve ancora
essere perfezionata. [...] La rabbia non è produttiva, anzi, troppo spesso
distrae l'attenzione dal risolvere i veri problemi. Ma la rabbia è reale, è
potente. Semplicemente desiderare che non ci sia, condannarla senza capire le
sue radici può servire solo ad aumentare il baratro di incomprensioni esistente
tra le razze."

La Clinton si è detta "felice" che Obama abbia affrontato l'argomento. John Kerry ha elogiato il discorso affermando che, da afro-americano, Obama è la persona maggiormente in grado di colmare il divario tra le razze. Claire McCaskill ha invece affermato "Per la prima volta, credo, un politico di colore ha parlato agli americani non come una vittima ma come un leader".
L'ex Speaker Repubblicano alla Camera Newt Gingrich ha invece giudicato il discorso di Obama "fondamentalmente disonesto" per il modo con cui ha glissato su Wright.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

se non sbaglio proprio in questi giorni ricorre l'anniversario della morte di Martin Luther King.

G. ha detto...

E' proprio oggi