sabato 5 aprile 2008

Alcune cose dolorose che la Clinton sa - o dovrebbe sapere

di Mark Halperin (TIME)




  1. Non può vincere la nomination senza ribaltare la volontà dei delegati elettivi, cosa che le alienerà il favore di molti Democratici


  2. Non può vincere la nomination senza una sanguinosa battaglia in convention, dopo cui, anche in caso di vittoria, la storia e molti Democratici la giudicheranno negativamente.


  3. Recuperare nel numero di voti non è fuori questione - ma senza una ripetizione del voto in Florida e Michigan sarà impossibile come recuperare nel numero di delegati elettivi.


  4. Nancy Pelosi e altri leader del partito non credono che lei possa vincere e vogliono che si ritiri.


  5. L'abile staff di Obama può fare cose come rifiutare silenziosamente la ripetizione del voto in Michigan e Florida senza pagarne un prezzo politico.


  6. Molti dei suoi sostenitori - e anche alcuni dei suoi collaboratori - sarebbero sollevati se lei decidesse di ritirarsi. Alcuni pensano che dovrebbe gettare la spugna a giugno se dovesse essere evidente che continuare a lottare danneggerebbe Obama in vista delle elezioni presidenziali.


  7. Nonostante la storia del Reverendo Wright, i media preferiscono ancora Obama - e questo ha un grosso impatto.


  8. Obama non sarà tanto bravo a parlare di nuova economia globale, ma non lo è neanche lei (e neanche McCain)


  9. Molti dei maggiori superdelegati rimasti preferiscono Obama, e lei li sta a malapena trattenendo dal fare un annuncio pubblico.


  10. Lei non può dire pubblicamente più del 2% di tutte le cose che vorrebbe dire su razza, eleggibilità, esperienza e possibilità di battere McCain.


  11. Se in qualche modo riuscisse a vincere la nomination, dovrebbe per forza offrire la vicepresidenza a Obama, e non vuole farlo.


  12. Queste sono le elezioni del cambiamento, e Bush-Clinton-Bush-Clinton non può essere un vero cambiamento.


  13. Obama si diverte parecchio, lei no


  14. Anche se la sua campagna sta attraversando il momento migliore da molto tempo a questa parte, non c'è nessuno del suo staff che, se solo ne avesse mezza opportunità, non taglierebbe la gola al manager Mark Penn - e questi dissidi interni non le saranno di aiuto.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

tuttavia è giusto chiedersi se la Clinton insista solo per orgoglio personale o perché pensa realmente che lei sia la scelta migliore, per il partito e per gli USA, o - forse - perché non è convinta della buona fede di Obama.
A tale proposito, mi viene spontaneo di chiederti se il partito ha ... avrà ... un effettivo controllo sul proprio rappresentante; oltre al controllo del Congresso ed altre eventuali.

Anonimo ha detto...

Salve a tutti (un saluto soprattutto Guido), un pò più ottimista riprendo a scrivere anche se ho sempre letto questo blog :-)

Vorrei capire meglio il punto 14:

" Anche se la sua campagna sta attraversando il momento migliore da molto tempo a questa parte "

Il momento migliore ? Ma se la Clinton sta indietreggiando in tutti i sondaggi, se gli scommettitori danno al 14% la possibilità di vittoria su Obama (mai così bassa) e se è al centro di una bufera per le sue enormi ricchezze.....

Com' è possibile che è il momento migliore ? L' unica cosa a cui la Clinton, in questo momento, può aggrapparsi è che i sondaggi, se pur in perdita, la danno ancora avanti in Pennsylvania.

Democratico.

G. ha detto...

Ciao Democratico, bentornato.
Momento migliore nel senso che, per la prima volta dall'inizio delle primarie, la Clinton ha avuto una scia positiva composta da vittorie e da un'immagine in ripresa (il cosiddetto momentum, che peraltro è già in fase calante).

Riguardo all'altra domanda, sicuramente la Clinton in cuor suo è sicura di essere l'unica in grado di sconfiggere McCain. Per quanto riguarda il controllo, direi di no, il Presidente una volta eletto non deve rispondere al partito

Anonimo ha detto...

grazie per la risposta, G.