giovedì 14 febbraio 2008

Quattro tappe per una riscossa della Clinton

L'immagine “http://media.washingtonpost.com/wp-srv/hp/gr/hp-logo-washpostcom.gif” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.
di Chris Cillizza (Washington Post)

Ci separano 20 giorni dall primarie in Ohio e Texas, due stati in cui ormai è chiaro che la Clinton dovrà vincere in modo convincente in modo da cambiare il corso degli eventi.
Gli otto giorni dal Super Tuesday alle primarie del Potomac non sono stati belli per lei: ha perso tutti i confronti diretti, ha dovuto tirare fuori 5 milioni di dollari per la sua campagna, ha visto Obama avvicinarsi sempre di più nei sondaggi e ha vissuto un terremoto nel suo staff, con il licenziamento del capo della campagna Patty Solis Doyle e le dimissioni del suo vice Mike Henry.
Cosa può - e deve- fare la Clinton per cambiare le cose da qui al 4 marzo? Abbiamo chiesto ad alcuni strateghi del partito cosa le consiglierebbero di fare. Ecco i consigli, condensati in quattro tappe.

  1. E' l'economia, bellezza. La Clinton ha iniziato la corsa con un chiaro vantaggio su Obama, tra gli elettori che vedevano nell'economia l'argomento più importante per gli USA. Quel vantaggio si è assottigliato per poi scomparire con il proseguimento della gara. Fred Yang, sondaggista Democratico, suggerisce che la Clinton debba farsi portatrice di un messaggio simile a quello di suo marito nelle presidenziali del 1992: "deve parlare di responsabilità fiscale e del boom economico durante l'amministrazione Clinton" ha detto Yang. Un'enfasi sull'economia e sulla sua competenza in materia può servire soprattutto in zone industriali come l'Ohio e la Pennsylvania, in cui si voterà il 22 aprile.
  2. Fare notizia. A partire dal Super Tuesday, la campagna elettorale della Clinton sembra avere perso slancio, e questa non è la strategia giusta per battere Obama. "Deve fare notizia, mostrare di avere cose interessanti da dire" ha detto un analista Democratico che ha chiesto l'anonimato per poter parlare liberamente "è assurdo che la abbiano amndata a '60 minutes' senza un chiaro punto di riferimento su cui insistere". La Clinton non è più in testa, e quindi una strategia "all'acqua di rose" non funziona più. Chris Lehane, consulente economico della Clinton, ha suggerito che la senatrice dovrebbe usare argomenti irresistibili. Ad esempio? "Un tour nei luoghi dell'Ohio che sono entrati in crisi con Bush sr., sono risorti con Bill Clinton, sono rientrati in crisi con Bush jr. e potrebbero risorgere di nuovo con Hillary Clinton."
  3. Fondi da internet=sostenitori leali. Molti di quelli che orbitano attorno alla Clinton pensano che i 12 milioni di $ raccolti dopo il Super Tuesday non siano sufficienti. La questione soldi è stata innegabilmente critica per la Clinton la scorsa settimana - con Obama che ha raccolto 32 milioni di dollari solo a gennaio, e la Clinton ha dovuto tirare fuori di tasca propria 5 milioni. Ma secondo gli strateghi della senatrice, si può fare ancora molto, perchè il paese è pieno di brave persone che credono nella Clinton e sarebbero disposti a dare piccoli contributi alla causa.
  4. Strafare in Wisconsin. Le primarie del Wisconsin sono previste per il 19 e sono l'ultima e migliore possibilità per la Clinton di vincere (o perdere con un distacco inferiore al previsto) prima del 4 marzo. Nello stato, e a Madison in particolare, ci sono molti elettori bianchi della bassa borghesia particolarmente ricettivi al messaggio economico della Clinton. Una pesante sconfitta in Wisconsin - unita al prevedibile trionfo di Obama nelle Hawaii - potrebbe rappresentare l'inizio della fine per lei. "Per fermare l'ascesa di Obama prima del 4 marzo, la Clinton deve vincere in Wisconsin e ottenere subito il sostegno di un vasto numero di superdelegati in modo da riprendere la leadeship" ha detto Steve Murphy, ex consigliere di Bill Richardson.
Semplice, no? Non proprio, la Clinton si trova in una posizione molto difficile. Sa che le sue migliori possibilità di vittoria sono distanti 3 settimane, ma è anche consapevole che gli eventi di questi 20 giorni possono cambiare le carte in tavola.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Nell' articolo si parla molto dell' Ohio e dall'Ohio arrivano cattive notizie per Obama.
Infatti un nuovo sondaggio, questa volta di Rasmussen, conferma che la Clinton è avanti con bel il 51% contro il 37% di Obama.
Notizie migliori dal Wisconsin ma non eccezionali: Obama al 47% ma con la Clinton che si distacca di poco 43%

Inizio a sentire di nuovo puzza di sconfitta per Obama che continua a non sfondare negli stati più popolosi

Democratico

Anonimo ha detto...

In pratica per l' Ohio è come se in queste settimane non fosse successo nulla.

Democratico

Anonimo ha detto...

Pennsylvania Democratic Primary (Quinnipiac) Clinton 52, Obama 36

No comment
Democratico

G. ha detto...

Sull'Ohio c'è da mettersi il cuore in pace, il distacco non accenna a diminuire. Meglio per Obama concentrarsi sul Texas dove invece c'è un lieve ma costante avvicinamento, e da qui a marzo potrebbe fare il colpaccio

Anonimo ha detto...

Guido che sondaggi hai del Texas ? L' ultimo che ho visto, fatto a fine gennaio, vede comunque un forte distacco con la Clinton in pole.
Secondo me Obama potrebbe perdere in Texas, in Ohio e Pennsylvania e a quel punto la frittata sarebbe fatta e la Clinton otterrebbe la nomination.

Se in questi 3 fondamentali stati tutti i sondaggi danno sotto Obama ora che il senatore nero ha vinto le ultime primarie e che sta godendo di un momento favorevole tra l' opinione pubblica e gli opinionisti allora è finita. Obama poteva recuperare solo in questo momento se non ha recuperato adesso non recupererà più.
Non vedo molte speranze. Sarò pessimista ma perdendo in quei 3 stati si perde la nomination.

E' stato un bel sogno.....peccato

Democratico

G. ha detto...

In Texas il distacco è di dieci punti, ma si è dimezzato rispetto a gennaio quando era di venti. E comunque, considerando le caratteristiche dello stato, una sconfitta di misura sarebbe una vittoria morale. Per la Pennsylvania è un po' presto per avere stime precise, ma tanto qui saranno decisivi anche i voti del Rhode island o di Puerto Rico prima di arrivare alla fine

Anonimo ha detto...

Ma sia in Puerto Rico (dove sono tutti ispanici) che in Rhode Island Obama è dietro la Clinton

Democratico

Anonimo ha detto...

Non so quanto sposti in termini di voti ma devo informarvi che il Food workers union, uno dei più grandi sindacati degli States ha appoggiato ufficialmente Obama.

Il sindacato ha molta influenza soprattutto in Ohio (70 mila iscritti), in Texas (26 mila iscritti)) e Pennsylvania.

Nell' articolo si legge che questo appoggio è un duro colpo della Clinton.

Vi posto l' articolo
http://www.latimes.com/news/politics/la-na-ufcw15feb15,0,2109794.story

Guido che ne pensi ? Mister G ?

Democratico

G. ha detto...

E' un appoggio importante ma anche in Nevada i sindacati avevano appoggiato Obama, ma alla fine hanno spostato solo pochi voti rispetto alle previsioni.

Anonimo ha detto...

D'accordo con te. Tra l' altro quello è il sindacato dei lavoratori che lavorano nella catena alimentare (soprattutto supermercati) ma il vero nucleo elettorale dell'Ohio è tra gli operai dell'industria pesante e i sindacati di quella fetta di lavoratori sono rimasti neutrali.

Democratico.