martedì 12 febbraio 2008

Verso il voto: le primarie in Virginia

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Il Commonwealth of Virginia, nonostante la sua posizione geografica, è considerato uno stato del sud. E' detto la "madre dei Presidenti" per aver dato i natali a 8 presidenti tra cui Washington e Jefferson. Conta 7.459.827 abitanti, 12° stato più popoloso degli USA, la capitale è Richmond, la città più popolosa è Virginia Beach.
La Virginia, che ospitava vasti insediamenti di tribù di nativi americani, tra cui i Cherokee, venne esplorata nel 1583 dagli inviati della Regina Elisabetta I di Inghilterra, da cui la regione prese il nome (Elisabetta era detta "la regina vergine". Originariamente il territorio denominato Virginia comprendeva, oltre al Kentucky e alla West Virginia, anche la costa dalla Carolina del Sud fino al Maine e le Bermuda. Nel 1607 partì la colonizzazione della Virginia, che andò a rilento per controversie con i nativi americani, fino alla ribellione nel 1676. Negli anni della colonizzazione, e in particolare nel XVIII secolo, la Virginia divenne uno degli stati con il maggior utilizzo di schiavi. Nel 1776 la Virginia aderì alla rivolta contro gli inglesi, e il governatore Thomas Jefferson spostò la capitale a Richmond, ritenutà più sicura da eventuali attacchi. Nel 1788, fu il decimo stato ad entrare nell'Unione, e fu uno dei più attivi nella stesura della Costituzione. Nel 1792 il territorio del Kentucky divenne stato autonomo. Alla metà del XIX secolo le tensioni dovute allo schiavismo si fecero via via più forti, e nel 1861 lo stato dichiarò la secessione dagli USA aderendo ai Confederati, dopo un breve tentativo di diventare uno stato indipendento. Richmond divenne la capitale degli Stati Confederati, e nel 1863 la parte nord-ovest dello stato si separò, diventando la West Virginia. Dopo la fine della guerra di Secessione, la Virginia fu costretta ad abolire la schiavitù e a riconoscere i diritti agli afroamericani, ciononostante le tensioni razziali non si sopirono.
Dalla fine dell'800 in poi la Virginia ha una tradizione Democratica, tanto che per avere un governatore repubblicano si è dovuto aspettare fino al 1970. Negli ultimi decenni tuttavia i Repubblicani hanno guadagnato terreno sia a livello locale che federale.
La popolazione è composta per il 75% da bianchi, e per il 20% da afro-americani, consistente la presenza di asiatici. L'economia si basa sulla coltivazione di tabacco, pomodori e soia, soprattutto al sud, mentre nelle altre parti dello stato è ben sviluppata l'industria dell'alta tecnologia, ma anche il settore governativo, con basi militari e agenzie federali. L'Università della Virginia è una delle più note al mondo.


Per i Democratici, la Virginia mette in palio un totale di 101 delegati, di cui 83 pledged e 18 super-delegati, con il sistema della primaria aperta. Degli 83 delegati elettivi, 54 sono assegnati proporzionalmente in base ai risultati negli 11 distretti elettorali, mentre gli altri 29 sono distribuiti sulla base del risultato globale.
La Virginia è uno degli stati in cui, a giudicare dai sondaggi, Oabama ha effettuato una clamorosa rimonta. Le analisi del Washington Post a ottobre davano la Clinton a quasi il 50%, mentre oggi tutti i sondaggi danno Obama in nettissimo vantaggio: SurveyUSA, che finora è l'istituto più credibile, dà il senatore dell'Illinois al 59% contro il 39% della Clinton, mentre Rasmussen dà Obama al 55% e la Clinton al 37%. Quest'ultimo sondaggio mette in evidenza come la Clinton sia però ancora leader tra le donne bianche e gli anziani. Inoltre, la presenza di entrambi i candidati nello stato nei giorni precedenti alle votazioni, può ancora spostare i valori.


Per i Repubblicani, lo stato mette in palio 63 delegati, tutti elettivi. La formula del "winner-take-all" conferisce al candidato con più voti in assoluto tutti i delegati in palio. Nel caso in cui il candidato vincente dovesse ritirarsi prima della convention nazionale, i 63 delegati saranno liberi da ogni vincolo con quel candidato, anche se dovesse presentarsi come vicepresidente o se facesse endorsement per un altro.
I sondaggi del Washington Post di ottobre davano Rudy Giuliani in testa con il 34%, ma dopo il suo ritiro il leader è sempre stato McCain, con il 45% prima del ritiro di Romney e con il 57% dopo, secondo due diverse ricerche di Survey USA del 6 e dell'8 febbraio. Huckabee è accreditato al 25% e Paul al 9%

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Primo sondaggio negativo per Obama. Secondo la sconosciuta Brown University nel Rhode Island la Clinton avrebbe il 36% dei voti contro il 27% di Obama.
Comunque strane cifre.


Democratico

G. ha detto...

C'è un'altissima percentuale di indecisi. Comunque, a parte la relativa importanza del Rhode Island, mancano ancora 3 settimane, che in queste elezioni sono un'eternità

Anonimo ha detto...

Guido secondo te in Ohio (nello stesso giorno si voterà nel Rhode Islan) Obama ha buone possibilità di farcela o lì la classe operaia è schierata con la Clinton ?


Democratico

G. ha detto...

Per l'Ohio vale un po' il discorso del Maine, di sondaggi ce ne sono pochi e non aggiornati, però il profilo dell'elettorato dovrebbe favorire la Clinton (bianchi e moderati) ma al momento è impossibile sbilanciarsi. Dopo il granchio preso col Maine me ne guardo bene ;-)

Anonimo ha detto...

Ok grazie per la risposta.
L' Ohio è uno degli stati dove si gioca la nomination.

Democratico

Anonimo ha detto...

Brutte notizie
Ohio (SurveyUSA) Clinton 56% Obama 39%

Ci si consola con:

North Carolina (SurveyUSA): Obama 50% Clinton 40%

....ma a valanga Obama si ferma nell' importantissimo e fondamentale Ohio :-(

Asssurdo.....Obama non riesce a sfondare negli stati più grandi

Democratico