Le priorità sono due, i soldi e la scelta del vicepresidente, ma è chiaro che la raccolta fondi è in testa ai pensieri del senatore. La campagna elettorale si preannuncia difficile e combattuta, e McCain non può permettersi di ripetere il rischio preso alle primarie, quando è sceso in campo con meno della metà dei fondi di Romney e Giuliani. In cima alla lista di McCain ci sono i "fundraiser" del presidente Bush, alcuni dei quali però hanno finora appoggiato altri candidati. Tuttavia, dopo l'accordo nel Gop non dovrebbero esserci problemi ad unirsi al candidato prescelto. Per quanto riguarda il vice, le fonti interne al partito dicono che McCain non proporrà nessun nome prima di sapere chi sarà il candidato democratico.
Bush sr. appoggia McCain

McCain in equilibrio precario
La maggiore difficoltà di McCain da qui a novembre sarà quella di conquistare l'appoggio della destra del partito senza però perdere quello dei moderati. Questi primi giorni fanno già capire quanto sarà difficile. Da un lato McCain ha ripreso ad attaccare la strategia dell'amministrazione Bush in Iraq, arrivando a dire in un discorso pubblico di essere stato "l'unico a chiedere le dimissioni di Donald Rumsfeld (ex Segretario alla Difesa)", anche se poi è stato notato che McCain non le ha mai chieste, almeno in pubblico. Dall'altro lato ha compiuto una scelta che ha indispettito non poco i moderati: come è noto McCain, da ex prigioniero di guerra, è uno strenuo oppositore delle torture e si è sempre battuto al riguardo sfidando l'amministrazione Bush e il suo stesso partito anche negli ultimi giorni, battendosi per proibire la tecnica di interrogatorio militare dell'"annegamento simulato". Ma mercoledì McCain ha votato contro una proposta di legge (dei Democratici) che intendeva allargare anche alla CIA la proibizione delle torture negli interrogatori. La proposta, per la cronaca, è comunque passata e quindi i servizi segreti non potranno utilizzare l'"annegamento simulato". Il Partito Democratico ha accusato McCain di "mettere da parte i suoi principi per ottenere la nomination"
I Boston contro Huckabee

Un altro candidato?
Nonostante i suoi sforzi, McCain non è riuscito a conquistare il cuore dei conservatori e in particolare della destra religiosa, e a questo punto è difficile che riesca a farlo in futuro. Un gruppo di attivisti cristiani, che già in autunno si era mobilitato contro Rudy Giuliani (in quel momento in testa ai sondaggi), sta prendendo in considerazione l'idea di presentare e sostenere un altro candidato alle presidenziali di novembre. Bob Fisher, imprenditore e attivista anti-abortista, si è detto insoddisfatto della scelta di McCain come candidato e ha annunciato che farà il possibile per dare ai conservatori un'altra chance. Svanita la possibilità di una rimonta di Huckabee, è probabile a questo punto che alcuni movimenti cristiani supportino la nomination di un candidato del Constitution Party, un partito ultraconservatore fondato nel 1992.
Nessun commento:
Posta un commento