giovedì 6 marzo 2008

Risultati definitivi in Texas

Dopo lo spoglio di tutte le schede delle primarie, e la conta di quasi tutti i voti nei caucus, ecco i risultati

Hillary Clinton: 1.455.959 voti, 50.87%, 94 delegati

Barack Obama: 1.356.330 voti, 47.39%, 99 delegati

Come preannunciato ieri, la vittoria netta nei caucus ha portato Obama ad avere più delegati nonostante abbia ricevuto meno voti.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Quanto pesa adesso per i democratici il fatto di dover continuare rispetto al candidato repubblicano già deciso?

Ma soprattutto, l'America è repubblicana o democratica? E' possibile evincerlo da queste sfide a suon di delegati?

Infine... il presidente più potente del mondo esce fuori da tutto questo parlarsi e straparlarsi addosso in cui si cambiano i colori della faccia dell'avversario, si spulciano le foto delle elementari e si tengono in forte considerazione le battute infelici dei rispettivi parenti?... Ohiohioi

G. ha detto...

Il partito democratico è disperato per la situazione che si è creata, e soprattutto per il fatto di non avere potere per risolverla. McCain ha un vantaggio enorme, può fare campagna elettorale per almeno un mese e mezzo (ma probabilmente di più) senza rivali. L'unica speranza per i Dems è che McCain arrivi a novembre avendo esaurito tutte le sue carte.
America repubblicana o democratica? 8 anni fa l'America si spaccò praticamente a metà, e quest'anno i sondaggi dicono che succederà di nuovo. In compenso Clinton e Reagan stravinsero anche alla loro prima elezione. Possiamo dire che l'America segue più le persone che i partiti? A voi la parola

Anonimo ha detto...

Segue le persone o fugge da esse, ma spesso l'uomo (o la donna) conta più del partito. Anche perchè le differenze tra i programmi dei candidati dei due partiti (per non parlare dei candidati alle primarie) sono, molte volte, piuttosto flebili.

Anonimo ha detto...

Secondo me!

Anonimo ha detto...

In Italia seguiamo le persone oppure i partiti? Pardon, in Italia le persone diventano il Partito, ogni nome importante ha il suo partito, è il suo partito. Tanto varrebbe votare la persona... a prescindere dal nome-simbolo-colori-slogan del partito, come mai non ci arriviamo? In America sembrano solo in due... ma forse non lo sono è solo un escamotage, in fin dei conti tutti i candidati alle primarie erano partitini nel partito. Da noi come verrebbe accolto un sistema scremante di questo tipo? Non parlo delle complicazioni dovute ai sistemi di voto e conteggio, parlo di un percorso sociale ed individuale di confronto (sperando in una maniera italiana meno colpo bassistica e più cialtrona, forse, ma umile) tra candidati di simili "ragioni politiche" che portino allo scontro di pochi, 2, 3, 4 max personaggi chiave diversificati solo nel nome e nelle idee non nel simbolo, il famigerato scudo dietro al quale si nasconde la fila (lista) di noti e meno noti ma pur sempre amici.

Anonimo ha detto...

Non so quanto sarebbe fattibile, non solo in Italia, ma in Europa, un sistema come quello americano. Certo che il bel paese è perfino esagerato nella frammentazione dei partiti (mi auguro non per molto ancora), ma questo, oltre a portare con se svantaggi dal punto di vista della stabilità del Governo (risolvibili con le tanto auspicate riforme istituzionali) porta con se anche dei vantaggi. Ad esempio, la differenza tra i sistemi sanitari europei (compreso quello italiano, pur con tutti i suoi drammi, legati ad inefficienza e nepotismo) e quello americano, che lascia scoperte milioni di persone, sono abissali. Questo perchè, con il sistema bipartitico, la componente degli operai, delle casalinghe, le minoranze razziali non trovano un'adeguata rappresentanza. Negli USA, il più ricco dei sindacati, per quanto ricco, è meno ricco del più povero dei petrolieri. E questo, in una tipologia di campagna elettorale che si basa fondamentalmente sulla pubblicità, e che concentra una grande affluenza di denaro su due soli fronti, penalizza molto chi non ha sufficiente forza economica. Così le decisioni vengono prese sulle spalle dei più poveri: sono le lobby che decidono di entrare in guerra contro il Saddam di turno, ma è la povera gente che va a morire nel deserto. Tacciatemi pure per estremista, ma io mi accontenterei di un sistema con 5-6 partiti..

Anonimo ha detto...

Ma certo, una drastica riduzione. Che permetta di diversificare ma anche di dialogare, e con "dialogo" intendo riunire per 'necessità' quei partiti che si professano differenti ma differenti non sono. Contribuendo non solo a snellire le piombate procedure che definirei esistenziali della nostra politica ma anche a fornire maggiore trasparenza. Ci sono partiti-lista che non hanno probabilità di raggiungere neppure l'1% ed in cui forse solo il capolista potrebbe passare.... che senso ha, ai fini della volontà governativa, presentarsi con 1 su 630 o su 315? Indubbiamente quell'uno ha maggiore possibilità se capolista che non 20mo o 30mo in qualsivoglia compagine. Però, vista così non è più un mettersi in gioco per Contare, Governare, Rivendicare ma solo per Esserci. Tanto vale allora votarlo come persona, come rappresentante nel puro e semplice senso della parola, non come primo di una serie di rappresentanti in cui le seconde linee non le abbiam mai viste.

Caro M, una riflessione; dal tuo commento si evince una sorta di pensiero sempre più comune su una America obsoleta, falsa testimonianza di una vetrina che da anni si mostra come la più bella e pulita del mondo e che invece sempre più scade ed arretra con sconti, liquidazioni, cambi di gestione e vendita di rimanenze di magazzino... in cui il proprietario di turno manda fuori le mascotte a ballare e fare grandi spettacoli ma poi all'interno del negozio è un gran casino e chi ci lavora ha dei seri problemi nell'accettare un trattamento abnorme e confuso, in cui se hai sei se non hai non hai ragione di esistere... Vien da domandarsi come possano resistere in un equilibrio talmente precario.

Anonimo ha detto...

Su quanto hai detto sono esattamente d'accordo con te..