martedì 4 marzo 2008

Verso il voto: le primarie in Texas

L'immagine “http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/7c/Texas_state_flag.png/120px-Texas_state_flag.png” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.
Il Texas è il secondo più grande stato degli USA, 696.241 kmq, e il secondo stato più popoloso, con 22.490.022 abitanti. La capitale è Austin, la città più grande è Houston, mentre l'area metropolitana più estesa è quella di Dallas-Fort Worth-Arlington. Il nome viene da un termine delle tribù Caddo, che significa "amici" o "alleati".
I primi europei a giungere in Texas furono gli spagnoli, che lo reclamarono come territorio della corona sotto il nome di Nuova Spagna. Tuttavia per il primo insediamento coloniale si dovette attendere il 1682, con la fondazione della prima città, Corpus Christi. Nel 1685 cominciò anche la colonizzazione da parte dei francesi, che avviarono anni di lotte e ostilità con gli spagnoli. Dopo aver combattuto le tribù indiane Apache e Comanche, gli spagnoli stipularono con loro degli accordi di pace. Una volta ritiratisi i francesi, con la cessione dei territori della Louisiana agli USA da parte di Napoleone, nel 1821 il Texas divenne parte della Repubblica indipendente del Messico. I coloni anglosassono aumentarono. Nel 1835, il presidente messicano Antonio Lòpez varò una nuova costituzione, valida anche per il Texas, che non garantiva la libertà di pensiero e di religione. I coloni si ribellarono, e nel 1836 dichiararono l'indipendenza del Texas, che nel 1845 divenne il 28° stato dell'Unione. Nel 1861 si unì agli Stati Confederati nel proclamare la secessione, e fornì all'esercito veterani della guerra contro il Messico. Il Texas è noto per essere lo stato più conservatore degli USA, e quello in cui viene eseguito il maggior numero di condanne a morte.
Il PIL del Texas è il secondo degli USA, l'economia si basa sull'industria aeronavale, sull'agricoltura, la coltivazione e sul petrolio. Il 55% della popolazione è composto da bianchi, il 10% da afroamericani e il 32% da ispanici.

Per i Democratici, il Texas mette in palio 228 delegati, di cui 193 elettivi e 35 superdelegati, con un sistema combinato di primarie aperte e caucus distrettuali. 126 delegati pledged vengono assegnati proporzionalmente in base ai risultati nei 31 distretti elettorali. Ogni distretto ha da 2 a 8 delegati in base alla popolazione e alla grandezza.
Alla chiusura delle urne, ore 7.15 pm, vengono aperti dei caucus per la selezione dei delegati statali che, alla convention di giugno, sceglierà i 67 delegati elettivi rimanenti. La soglia di sbarramento per i caucus è del 15%. I 35 superdelegati vengono nominati nella stessa convention statale, il 6 e 7 giugno. Di essi, 12 hanno annunciato l'appoggio alla Clinton e 8 a Obama.
I sondaggi hanno visto una crescita esponenziale dei consensi di Obama nelle ultime settimane, anche se il complesso sistema elettorale dovrebbe far sì che i voti di Obama si concentrino maggiormente nei caucus. Un sondaggio Rasmussen del 27 febbraio dà Obama al 48% e la Clinton al 44%, ma American research Group 28 febbraio dava Obama al 51% e la Clinton al 44% mentre due giorni dopo i candidati sarebbero appaiati al 47%. Infine Zogby dà Obama al 47% e la Clinton al 43% e Mason-Dixon un distacco 46-45 a favore di Obama. La Clinton può contare sul sostegno degli ispanici più anziani, mentre i giovani sarebbero a favore di Obama.

Per i Repubblicani, il Texas mette in palio 140 delegati, di cui 137 elettivi e 3 unpledged con il sistema della primaria aperta. 96 delegati elettivi vengono assegnati sulla base dei risultati nei 32 distretti elettorali a ognuno dei quali sono abbinati 3 delegati (i distretti non sono gli stessi dei Democratici) con il sistema del winner-take-all nel caso un candidato ottenga la maggioranza assoluta; se nessun candidato supera il 50%, si assegnano 2 delegati al candidato con la maggioranza relativa e 1 al secondo nel caso almeno uno dei 2 superi il 20%. Se nessuno supera il 20%, i primi tre candidati ricevono un delegato a testa. Gli altri 41 delegati elettivi saranno assegnati interamente al candidato vincente se questi supererà il 50%; in caso nessuno abbia la maggioranza assoluta ma almeno uno superi il 20%, i delegati sono assegnati proporzionalmente a chi ha superato la soglia. Se nessuno supera il 20%, i delegati vengono assegnati proporzionalmente a tutti i candidati.
I 3 delegati unpledged, scelti tra i leader di partito, andranno alla convention senza assegnazione. I sondaggi danno una salda leadership a McCain: una ricerca Rasmussen del 27 febbraio lo vede al 54% contro il 34% di Huckabee e il 7% di Paul, mentre American research Group il 1 marzo dava McCain al 61%, Huckabee al 26% e Paul al 9%.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Comunque i sondaggi in Texas non sono più così favorevoli per Obama.
Negli ultimi giorni poi sono tremendi....

Democratico

Anonimo ha detto...

Guido, sai più o meno a che ora dovrebbero arrivare i primi risultati della nottata?

Anonimo ha detto...

facendo la media degli ultimi sondaggi la Clinton ha di nuovo superato Obama in Texas e ampliato la sua distanza in Ohio.
Inoltre per la prima volta dopo due settimane secondo gli scommettitori scende sotto l'80% la possibilità di vittoria di Obama e sale sopra il 20% quelle della Clinton.

Credo che siamo davanti ad un nuovo terremoto politico ma questa volta a danno di Obama

Mi sembrava strano che gli americani incoronassero un nero

Democratico

G. ha detto...

In Ohio i seggi chiuderanno all'1 e 30 ora italiana, in Rhode island alle 3, in Vermont all'1. In Texas chiudono tra le 3 e le 4, ma dopo ci saranno i caucus, quindi i risultati arriveranno più tardi nel corso della giornata.

Su questi ultimi sondaggi texani non ripongo moltissima fiducia, mi sembrano i classici sondaggi dell'ultim'ora pilotati per condizionare il voto.
A parte questo, però, ho anch'io la sensazione che Obama sia arrivato con il fiato corto a questo appuntamento: ha dovuto fronteggiare attacchi da McCain e dalla Clinton, ha dovuto esporsi moltissimo su questioni (tipo il NAFTA) che non fanno parte del suo programma ma che servono per conquistare voti oggi, e in più è partito il processo a Tony Rezko, e la Clinton lo sta cavalcando parecchio.

Anonimo ha detto...

Guido io non sono più convinto che Obama vincerà
Temo che per lui sarà un crollo.

Tu hai scritto " Su questi ultimi sondaggi texani non ripongo moltissima fiducia, mi sembrano i classici sondaggi dell'ultim'ora pilotati per condizionare il voto. "

Però è anche vero che non è solo un sondaggio a vedere un cambio di marcia. Sono quasi tutti.

Democratico

Anonimo ha detto...

obama ce la fara' la clinton sta sferrando gli ultimi disperati attacchi...ma se vogliamo che qualcosa cambi...obama e' l'unica via...yes,we can

Anonimo ha detto...

obama ce la fara' la clinton sta sferrando gli ultimi disperati attacchi...ma se vogliamo che qualcosa cambi...obama e' l'unica via...yes,we can